
Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis il giorno del funerale della donna travolta e uccisa all’età di 71 anni al Gratosoglio
Milano, 28 agosto 2027 – Il ricordo di Filippo Di Terlizzi torna all’ultima cena domenicale con la madre, Cecilia De Astis. Il giorno successivo, a mezzogiorno di lunedì 11 agosto, la pensionata 71enne è stata travolta e uccisa in via Saponaro, al Gratosoglio, da un’auto fuori controllo con a bordo quattro ragazzini tra gli 11 e i 13 anni, tra cui una bambina.
Uno dei quattro guidava la Citroen Ds4 rubata a un gruppo di turisti francesi, abbandonata in strada semi-distrutta dai pirati in seguito rintracciati dalla polizia locale in un accampamento rom in via Selvanesco. “Mi sembra di vivere in una realtà parallela – spiega Di Terlizzi – mia madre era venuta a casa mia e aveva cucinato le melanzane ripiene, avevamo cenato insieme parlando del più e del meno, poi lei aveva lavato i piatti”.
Ieri ha voluto essere presente davanti al Tribunale per i minorenni di Milano, mentre all’interno si celebrava l’udienza a porte chiuse che si è conclusa con l’assegnazione della responsabilità genitoriale di tre dei minori coinvolti (non imputabili per l’età) ai servizi sociali, mentre del quarto si sono perse le tracce. Restano, quindi, in una comunità protetta, in attesa dell’esito del procedimento che potrebbe confermare o modificare la misura.
Di Terlizzi, perché ha scelto di essere presente nella giornata dell’udienza?
“Voglio che venga fatta giustizia per mia madre, e che non si perda tempo in beghe legali ma si arrivi a una definizione delle responsabilità. Voglio far sentire la mia voce, perché oltre ai genitori di minorenni educati a delinquere, senza rispetto per gli altri, sono colpevoli anche le istituzioni che non hanno protetto, garantendo la sicurezza in città, una donna. La sua vita è stata sacrificata, lasciando uno strascico di sofferenza. Per questo dobbiamo ribellarci e rimanere uniti come fanno le api: sono intenzionato ad andare a bussare in alto, rivolgendomi anche al ministero dell’Interno e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a portare avanti una battaglia legale”.

Un quarto ragazzino non è ancora stato trovato. Che cosa vorrebbe dire ai genitori?
“Direi di costituirsi, ma non succederà. Si sa che vivono di furti e di espedienti, che sono al di fuori della legge. Siamo tutti sgomenti per quello che è accaduto a mia mamma, ma deve essere un monito per arrivare a un cambiamento”.
Quale ricordo resta di sua madre?
“Era una donna piena di vita, e la sua memoria aiuta me e mio fratello ad andare avanti. La mamma è sacra, è una figura importantissima per la vita delle persone, e ci è stata portata via. Era venuta a casa mia di sera, aveva preparato le melanzane ripiene seguendo la ricetta pugliese. Poche ore dopo, all’improvviso, non c’era più”.