MONICA AUTUNNO
Cronaca

La tragedia di Leo Caielli, 14 mesi all’uomo che investì e uccise il sedicenne: “Lui è libero, la nostra vita devastata”

Il ragazzo di Trezzano Rosa fu travolto nel 2022 sulla Padana Superiore mentre camminava con gli amici. La sentenza e il dolore della madre Alessandra Brambilla: “Non faremo ricorso in Appello, abbiamo bisogno di elaborare il lutto”. Pena sospesa e patente ritirata

Leonardo Caielli, morto a 16 anni

Leonardo Caielli, morto a 16 anni

Trezzano Rosa (Milano) – Investì e uccise sulla Padana Superiore, a Fara Gera d’Adda, il sedicenne di Trezzano Rosa Leonardo Caielli, che camminava con un gruppo di amici a lato strada, dopo essere uscito da un locale. Era la notte fra il 15 e il 16 luglio del 2022. Tre anni dalla tragedia, che scosse tutta la Martesana, tre anni di processo, e l’altro giorno la sentenza del tribunale di Bergamo: per il conducente dell’auto investitrice, un bergamasco di 62 anni, un anno e due mesi di reclusione con pena sospesa per omicidio stradale colposo con ritiro della patente. Senza fine l’amarezza della madre di Leonardo, Leo, Alessandra Brambilla.

“Questa è la legge – spiega –. Forse non dovevo aspettarmi di più, ma speravo di più. Lui proseguirà la sua vita libero. Sino ad oggi ha persino guidato. Leonardo invece non c’è più: non vedrà più un tramonto, non giocherà con i fratelli, non leggerà un libro. Una sentenza che non rende giustizia alla sua vita perduta. E alla nostra, devastata e mutilata”.

Quella terribile notte Leonardo era da poco uscito da un locale affacciato sulla Padana e stava raggiungendo Cassano d’Adda a piedi, con un amico e due ragazze. La Mercedes condotta dall’uomo, all’epoca 59enne, era piombata sul gruppetto travolgendo Leonardo, che morì poco dopo. L’automobilista, incensurato, si fermò a prestare soccorso, e risultò negativo ai test tossicologici.

Nel corso del processo una lunga disamina ad accertare la posizione dei ragazzi, che camminavano nel buio sul ciglio di una provinciale, e ben quattro perizie tecniche ad accertare la velocità dell’auto al momento dell’incidente, due commissionate dai genitori di Leonardo, una dalla difesa dell’investitore e una dal giudice, che avrebbe accertato la velocità oltre limiti dell’auto. Un anno di reclusione, infine, la richiesta del pm, mentre la difesa aveva proposto l’assoluzione. La sentenza chiude la vicenda. I risarcimenti alla famiglia erano già stati erogati nella prima fase processuale, ma il dolore non sarà mai risarcito.

“Forse era utopia - lo sfogo di mamma Alessandra sui social - pensare che la “giustizia rendesse giustizia“ al nostro dolore. Ma non è stato così. Una vita non vale nulla. 14 mesi di pena sospesa per omicidio stradale colposo. Cosa significa? Che colui che ci ha condannato all’ergastolo del dolore, per 14 mesi potrà vivere comunque liberamente la sua vita. Ignaro di come noi ogni giorno sopravviviamo a qualcosa che ci ha devastato, distrutto, cambiato per sempre”.

Leonardo era studente al Liceo scientifico Giordano Bruno di Melzo, che un mese dopo la scomparsa gli tributò uno straziante saluto. È stata fondata dalla madre l’associazione “Vola alto, Leo“, per raccogliere fondi in favore della sensibilizzazione sui rischi al volante. Da oltre un anno Alessandra Brambilla e i due fratelli di Leo, Francesco e Isabella, si sono trasferiti in una località di montagna. “La frase più saggia - così mamma Alessandra - me l’ha detta mio figlio Francesco: “Nessuna sentenza avrebbe comunque potuto restituircelo“. Ed è certamente così. Ma il dolore e la rabbia restano. Appena ho avuto la notizia sono tornata a quella notte maledetta. E ancora una volta è stato come se qualcuno mi strappasse il cuore”. Nessuna impugnazione: “L’avvocato me l’ha prospettata, ma siamo tutti stanchi. Abbiamo bisogno di fermarci, elaborare”. Tre anni e nessun contatto da parte dell’investitore, “anche durante l’ultima udienza nessuna richiesta di perdono”.