Travolto e ucciso sulla Padana "Leo vive ancora con noi Servono pene più severe"

Memorial dedicato al 16enne investito il 16 luglio dello scorso anno. Compagni di scuola e amici hanno giocato a basket, la sua passione. .

Travolto e ucciso sulla Padana  "Leo vive ancora con noi  Servono pene più severe"

Travolto e ucciso sulla Padana "Leo vive ancora con noi Servono pene più severe"

I compagni delle elementari e del liceo sul parquet per Leonardo Caielli. "Leo", il 16enne di Trezzano travolto e ucciso da un’auto nella notte fra il 15 e e 16 luglio dell’anno scorso all’uscita dal pub, sulla Padana, a Fara Gera d’Adda. Ieri, nel borgo, il Memorial per lui, di basket, sua grande passione, una delle iniziative che mamma Alessandra Brambilla ha organizzato "per tenerne vivo il ricordo", e per trasformare "il dolore più lacerante" in una battaglia sociale, "contro la scia di sangue sulle strade, per evitare che altre famiglie vivano questa tragedia e per questo servono pene più severe per chi spinge sull’acceleratore: bisogna cambiare le leggi". Tutti al Centro sportivo hanno nel cuore il sorriso indimenticabile dell’amico, "più maturo della sua età. Questi mesi senza di lui sono stati difficili, il momento più duro è adesso. Ho ritrovato una lettera che mi scrisse dopo una delle tanti discussioni tra madre e figlio: ‘Mi laureerò, diventerò qualcuno, te la comprerò io la casa. Penserò io a te’. Questo era Leo". Riccioli neri, altruista, protettivo, "non solo con me – ricorda Alessandra – ma con i fratelli, con i coetanei, per questo manca a tutti". "E’ morto in un secondo e venti centesimi, lo dice la perizia, la sagoma del suo corpo è rimasta impressa sulla macchina".

La mente corre sempre a quel momento. Il sedicenne aveva lasciato da poco, in compagnia di tre ragazzi, un locale pericolosamente affacciato sull’ex Statale 11 fra Fara e Cassano d’Adda e si era incamminato con loro verso il centro cassanese. Sul gruppetto piombò l’automobile. Leonardo fu falciato e sbalzato in aria, urtò un albero, rimase a terra. Per lui non vi fu nulla da fare nonostante i disperati tentativi di rianimazione. "Era già morto, ma il suo cuore ha smesso di battere 45 minuti dopo". La madre non si stanca mai di lanciare appelli: "La macchina è un’arma, bisogna guidare con prudenza". Un messaggio che verrà ribadito dall’associazione che la famiglia vuole dedicare al ragazzo, "Vola in alto Leo", sarà questo il nome del gruppo, "le stesse parole che porto tatuate sul braccio".

Con il figlio un rapporto che nemmeno la morte non è riuscita a spezzare: "Lui è sempre con noi. Lo senti? Anche oggi. Adesso, qui".

Barbara Calderola

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