ANNA GIORGI
Cronaca

Riesame, il ricorso dei pm. L’immobiliarista Bezziccheri: “Chiedevo al Comune e mi dicevano che era tutto ok”

Il patron di Bluestone (l’unico finito in carcere) e il numero due della commissione Paesaggio di Palazzo Marino, Alessandro Scandurra, davanti ai giudici della libertà. La decisione sulle richieste di scarcerazione è attesa entro il 14

Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri

Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri

Milano, 9 agosto 2025 – Il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, difeso dall’avvocato Andrea Soliani, si dice “sconcertato dall’essere in carcere”, l’unico, peraltro, finito in cella e non ai domiciliari fra i sei arrestati. Alle 10 in punto di ieri è entrato nell’aula del Riesame per uscire due ore e un quarto dopo e risalire sul mezzo della penitenziaria per essere riportato in carcere in attesa della pronuncia del giudice, che deve decidere entro il 14. Normalmente in questi casi, per chi è detenuto, le decisioni avvengono prima della scadenza ultima del termine. 

"Non c’è stato nessun illecito”  

Per Bezziccheri, apparso provato, in completo blu e con il volto nacosto dagli occhiali scuri, ha parlato il suo legale: “Non c’è nessun sistema corruttivo al quale Bezziccheri abbia partecipato, non c’è nessun illecito urbanistico nelle operazioni che ha portato avanti”. E ancora: “Abbiamo parlato a lungo, abbiamo depositato una serie di atti scritti. La custodia cautelare in carcere ci lascia sgomenti”.

Andrea Bezziccheri, arrestato nell'inchiesta sull'urbanistica, esce dal palazzo di Giustizia
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"Nessuno mi ha detto che sbagliavo” 

Bezziccheri, già davanti al gip Mattia Fiorentini il 23 luglio, nell’interrogatorio di garanzia, aveva dichiarato: “Nessuno a Milano mi ha detto, prima che scoppiasse questa buriana, che quello che si stava facendo da oltre 15 anni era sbagliato, non l’ha mai detto il Tar, non l’ha mai detto il Consiglio di Stato...”. Bezziccheri nella difesa ha raccontato che in piena bufera giudiziaria, con istanze formali, ha chiesto lumi al Comune, che ha risposto “scrivendomi testualmente pur prendendo atto dell’indagine penale in corso, confermiamo la piena legittimità dei titoli rilasciati”.

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E ancora: “Io penso di essermi comportato... meglio di così, non lo so. Il Comune mi ha confermato prima, durante, dopo l’indagine che era sempre andato tutto bene, io sono in mezzo tra il Comune che dice una cosa, la Procura che oggi ne afferma un’altra...”. Dopo Bezziccheri, si è presentato davanti ai giudici del Riesame Alessandro Scandurra, numero due della Commissione paesaggio del Comune per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. 

L'ex assessore Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella di Coima
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“Nessun accordo corruttivo” 

Quaranta minuti circa ha parlato Scandurra al Riesame: “Noi abbiamo dimostrato in modo documentale che non c’è nessun fatto di corruzione. Tutti i contratti tra la società Scandurra Studio e i singoli costruttori rispondevano a reali attività che sono state fatte e non sono mai copertura di dazioni. Non c’è mai in nessun atto del procedimento la prova di un accordo corruttivo”.

Ha spiegato il suo legale Giacomo Lunghini al termine dell’udienza, che poi ha aggiunto: “Rispetto all’omessa astensione è pacifico che fino al giugno del 2023 il Comune istruiva i membri della commissione rispetto a doversi astenere solo rispetto a propri progetti. Cosa che Scandurra ha sempre fatto: si è sempre astenuto sui propri progetti e non su quelli degli altri”.  

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Servizio civico 

Nel faccia a faccia con il gip Fiorentini il vice della Commissione Paesaggio aveva chiarito anche un altro punto: “Se mi avessero detto di non ricevere incarichi da soggetti che presentavano in ogni modo alla commissione un progetto, non avrei mai fatto parte della Commissione del Paesaggio”. “lo prestavo le mie capacità, la mia sensibilità, la mia conoscenza alla Commissione del Paesaggio, alla pubblica amministrazione per ottenere il meglio”, ha sottolineato. E al giudice che gli ha chiesto “perché rischiare un potente conflitto di interessi, o comunque una situazione quantomeno antipatica o di sospetto” e se far parte dell’organismo comunale fosse “una questione di prestigio” ha replicato: “servizio civico, contributo e diffusione culturale della cultura urbana”.  

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Il ricorso di procuratrice e pm 

A rappresentare l’accusa, invece, erano presenti la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e la pm Marina Petruzzella. Nelle prossime due settimane toccherà agli altri quattro in custodia cautelare. I pm, coordinati dall’aggiunta Siciliano, contestualmente al Riesame hanno depositato appello per il mancato riconoscimento del reato di “induzione indebita” da parte del gip. Per i pm, l’utilità per cui Giuseppe Marinoni avrebbe ceduto alle pressioni sulla vicenda del Pirellino, era la evidente convenienza di non compromettere le relazioni con il livello politico (assessore/sindaco) che gli avevano già garantito la posizione di potere che ricopriva.