ANNA GIORGI
Cronaca

Urbanistica, il rimorso di Tancredi: “Il patrocinio al piano Marinoni forse era meglio non farlo”

L’ex assessore alla Rigenerazione Urbana, ai domiciliari nell’ambio dell’inchiesta, risponde al giudice: mai interessi privati. Presentato ricorso al Riesame per la revoca della misura cautelare

Giuseppe Marinoni e Giancarlo Tancredi

Giuseppe Marinoni e Giancarlo Tancredi

Milano, 6 agosto 2025 – C’è un messaggio tra i tanti scambiati tra Giuseppe Marinoni, all’epoca numero uno della Commissione paesaggio, e Giancarlo Tancredi, ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, che dimostrerebbe più di altri che quest’ultimo era a conoscenza di quell’intreccio di conflitti di interesse all’interno dell’organismo di Palazzo Marino e del fatto che il primo si muovesse come un “procacciatore d’affari”.

In due passaggi dell’ordinanza il gip riporta proprio quello scambio di messaggi. Tancredi chiedeva a Marinoni di “partecipare a un incontro con i progettisti del piano attuativo di San Leonardo” ed essendo a “conoscenza” del fatto che fosse in conflitto di interessi, gli “suggeriva - scrive il gip - di aggirare il problema con un escamotage”, cioè di farsi “accompagnare da qualcuno di fiducia”, che poi in Commissione avrebbe potuto “farne le veci”.

Dalle carte della difesa davanti al gip emerge come Tancredi ribadisca la sua estraneità e dice di avere sempre agito per l’interesse della collettività. “Leggendo le carte, le chat tra alcune persone, col senno di poi potrei dire: certo, forse avrei fatto meglio a non farlo”. Così al gip Mattia Fiorentini, l’ex assessore, riferendosi a una “disponibilità a parlare” delle proposte sui “nodi” e le porte metropolitane dell’allora presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni.

Nell’interrogatorio preventivo Tancredi, ora ai domiciliari come Marinoni, nella maxi indagine che ha scosso l’urbanistica, ha poi detto “qui mi rendo conto che lo snodo Marinoni poteva creare qualche imbarazzo” sostenendo di aver agito “nell’interesse pubblico” Tancredi, come si legge nel verbale dell’interrogatorio, esordisce affermando: “non mi riconosco in nessuno dei capi d’accusa, ho sempre agito in piena buona fede, ho sempre agito nella convinzione di svolgere il mio ruolo nell’ambito del perimetro che mi era stato affidato, ho sempre agito nell’interesse pubblico e non ho mai percepito né direttamente né indirettamente delle utilità personali da nessun tipo di attività che io ho svolto”.

Oltre ad aver affermato che il sindaco Giuseppe Sala (indagato) non ha proposto Marinoni a capo della Commissione al centro dell’indagine, ma che “è stata una proposta che ho prima valutato anche con gli uffici” e “non c’erano molti dubbi sulla sua candidatura come presidente” essendo “una persona senz’altro di livello e di cultura proprio sull’architettura milanese”. Tancredi ha poi spiegato come funzionava il regolamento dell’organismo comunale deputato ad approvare i progetti. È inoltre entrato nel dettaglio in merito al conflitto di interessi aggiungendo di aver fatto presente, nel caso della Torre Futura (ex Torre Calvino) progettata da Alessandro Scandurra, componente della commissione pure lui ai domiciliari, che c’erano problemi. Facendo notare a Marinoni che loro avrebbero dovuto “dare l’esempio alla città, cioè i primi a dare l’esempio”, se uno dei vostri membri lavora a un progetto portato poi in commissione “questa cosa non va bene, poi è chiaro che se neanche si astiene, vabbè questo sarebbe gravissimo, non l’ho detto - ha ammesso - ma ovviamente lo davo per scontato”.

E ancora, davanti al gip ha spiegato di aver fatto notare a Marinoni “insomma predicate molto bene ma poi agite in modo diverso, mettete in difficoltà voi stessi ma anche l’amministrazione”. Quanto al fatto che “col senno di poi forse lo snodo Marinoni poteva creare qualche imbarazzo”, si è riferito anche al patrocinio gratuito che il Comune ha dato allo studio sui “Nodi e Porte Metropolitane 2025“, per i pm il “Pgt ombra”, firmato dall’architetto alla guida dello commissione per il paesaggio.