
Michele Morselli e Giorgio Armani
MILANO –Anche dalle disposizioni testamentarie segrete di Re Giorgio custodite nella busta "color seppia", depositata nello studio notarile di Ruben Israel ed Elena Terrenghi, emergono chiari i tratti distintivi del suo stile della sua personalità. Armani non dimentica nulla e nessuno, la sua famiglia prima di tutto, l’amore della sua vita Pantaleo ‘Leo’ Dell’Orco, la sorella Rosanna, l’unica rimasta in vita dopo la morte prematura dell’altro fratello Sergio, i tre nipoti e i suoi collaboratori strettissimi. Un piccole entourage destinatario della sua eredità, in quote, azioni, ma fatto anche di oggetti rari e preziosi, come gli antichi tappeti cinesi decò, gli arredi in mogano e oro, i paraventi dorati. Con la cura quasi maniacale dei dettagli, nelle 28 pagine di testamento non dimentica di assegnare i soprammobili, anche quelli più piccoli e meno di valore.

Palazzo Orsini, Matisse e Warhol
Elenca con scrupolo un lungo elenco di beni, in un inventario di tutti gli arredi contenuti nelle sue dimore, con accanto il nome del destinatario. Lo stilista ha lasciato ai suoi familiari e ai collaboratori più stretti gli arredi della casa milanese, palazzo Orsini, la dimora Seicentesca in via Borgonuovo, a pochi passi da via Monte Napoleone. Ha però riservato le opere d’arte più importanti al compagno e braccio destro, Leo, e alla sorella Rosanna. A quest’ultima vanno, in particolare, un quadro di Matisse e la foto della mano di Man Ray. Ancora alla sorella Rosanna va un tavolo di Ettore Sottsass, un secretaire cinese e un grande dipinto. La statua di una tigre, un orso e una pantera in bronzo sono stati lasciati, invece, a Dell’Orco, che custodirà anche il ritratto del compagno che gli fece Andy Warhol.
Sempre al compagno Leo, lo stilista, oltre agli animali di metallo, ai tappeti giapponesi ha destinato anche la preziosa scrivania in legno scuro, di Jean-Michel Frank. Nelle pagine del testamento dispone anche che gli arredi e gli ornamenti anche di valore inferiore di palazzo Orsini non vengano rimossi da dove si trovano e rimangano come complemento dell’immobile finché Leo, titolare del diritto di usufrutto a vita sull’intero stabile, voglia viverci.
Chi è Michele Morselli, Ceo del gruppo immobiliare Armani
A Michele Morselli, 42 anni, amico amministratore delegato de L’Immobiliare srl, e suo uomo di fiducia sugli affari immobiliari, ha lasciato un grande tavolo in mogano con le gambe in oro, un altro tavolo con la forma di una Z in legno chiaro, una poltrona in finto animale e un’altra di cavallino arancio.
Alla nipote Roberta, invece, lo stilista lascia due paraventi giapponesi beige e neri, una mensola giapponese e due cavalli in terracotta. Le auto d’epoca saranno divise tra Dell’Orco e Morselli, mentre alla Fondazione Giorgio Armani saranno destinati gli arredi del piano terra della sua residenza milanese come un grande quadro raffigurante tutti gli stilisti che hanno fatto grande Milano, poltrone, divano in pelle e legno e un grande tavolo a quadretti.
Dell’Orco e Morselli (e figlie), ville, piscine e yacht
Ma non solo, Re Giorgio entra ancora più nel dettaglio, perché stabilisce quanti giorni all’anno gli eredi che hanno l’usufrutto delle ville potranno soggiornarci e con chi. Ad esempio si legge: "Leo, ove dallo stesso richiesto, concederà a Michele Morselli l’utilizzo di una casa a sua scelta e della piscina, per temporanei soggiorni con le figlie Francesca e Bianca".
E ancora: "A carico di Rosanna, Silvana e Andrea l’onere di far sì che Leo possa noleggiare lo yacht per un periodo di quattro settimane l’anno anche non consecutive con diritto di scelta del periodo, preferenza da esprimere entro il mese di aprile; ove Leo decidesse di fruire di tale facoltà, su richiesta di Michele Morselli, Leo lo ospiterà sulla barca per due settimane in compagnia delle figlie Francesca, Bianca, di sua sorella Claudia con suo marito".