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Chi sono Sergio Galeotti e Leo Dell’Orco, i due grandi amori di Giorgio Armani. “Quando Sergio è morto se n’è andata una parte di me”

Con Sergio, scomparso nel 1985, il colpo di fulmine scoppia alla Capannina di Forte dei Marmi. Il sodalizio con Leo, altrettanto duraturo, nasce in azienda e poi diventa un rapporto sentimentale e d’intimità che lo accompagna negli anni della maturità

Da sinistra Leo Dell'Orco e Sergio Galeotti, i due grandi affetti dello stilista milanese

Da sinistra Leo Dell'Orco e Sergio Galeotti, i due grandi affetti dello stilista milanese

Milano, 4 settembre 2025 – È stato il grande, ineguagliato amore della sua vita. Oltre la moda, oltre la pallacanestro. Quello che capita una volta sola. Sergio Galeotti, venuto a mancare 40 anni fa, è stata l’anima gemella di Giorgio Armani. Assieme hanno fatto coppia, sentimentalmente e professionalmente, per tutti gli anni Settanta – si erano conosciuti alla mitica Capannina di  Forte dei Marmi, in Versilia, nel 1966 – e sono rimasti assieme fino al 1985, quando l’architetto e stilista toscano viene a mancare stroncato da un infarto, una delle tante complicazioni causate dall’Aids. 

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Il colpo di fulmine con Sergio 

L’amore per Sergio, il suo ricordo – dieci anni di differenza li separavano –hanno accompagnato King George in tutti gli anni successivi, quelli che ne segnano la consacrazione a re della moda milanese, italiana e mondiale – memorabile la copertina del settimanale americano Time a lui dedicata nel 1982 – “con la sua morte se n’è andata una parte di me”. Un vero e proprio colpo di fulmine quello scoppiato alla Capannina. Ma non è un fuoco di paglia. È lui, Sergio, la sua iniezione quotidiana di fiducia negli anni che trascorrono insieme: “Mi ha sempre dato coraggio – racconta Giorgio –. Mi ha sempre spronato a dare il meglio. Ricordo che un giorno mi disse: “Hai un grande potenziale, sfruttalo””. C’è Sergio a spingere Armani a osare, a credere in sé stesso e a fondare la maison che porterà il suo nome. È sempre Sergio a convincerlo a lasciare il lavoro da stilista freelance per dare vita, nel 1975, al marchio Armani. 

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La perdita dell’unico grande amore  

Quando la vita può rivelarsi ingiusta, anche nei confronti di un grande come lui. “Sergio se n’è andato in un momento meraviglioso – è il grande rimpianto dello stilista –, metà anni Ottanta, quando iniziavamo a essere qualcuno, a dare una struttura all’azienda, a essere conosciuti nel mondo”. Galeotti è già grave da un anno. Gli ultimi dodici mesi di calvario sono vissuti tra un ricovero e un altro. L’Aids – in un'epoca in cui s’iniziava appena a capire cosa fosse, lo stigma e il silenzio per chi ne erano colpiti era la “regola” e per la quale non c’erano ancora cure efficaci – non gli lascia scampo. “Per fargli forza, per dargli coraggio, gli portavo a casa o in ospedale le foto delle sfilate...”.  Una perdita che, come a volte può succedere, si trasformerà in un punto di forza. Nel nome di Sergio (una sua ispirazione del resto) viene lanciata la linea Emporio Armani pensata per una clientela più giovane. 

L'incontro con gli studenti della Cattolica nel 2023
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La lezione alla Cattolica 

Una lezione di vita che racconterà così agli studenti della Cattolica nel 2023: “Il destino mi ha messo a dura prova. Quando Sergio mi ha lasciato, per far sì che la Giorgio Armani sopravvivesse ho dovuto occuparmi di persona dell'azienda. Molti pensavano che non ce l'avrei fatta, ma  grazie alla mia caparbietà e al sostegno delle persone a me vicine, sono riuscito ad andare avanti". I momenti difficili – è la lezione consegnata ai giovani – "li ho superati con l'impegno e la dedizione e il rigore, i valori che ho assimilato in famiglia e che raccomando sempre di seguire per dar forma a ciò in cui si crede”. 

Fra Giorgio Armani e Leo Dell'orco un sodalizio professionale e affettivo, che si è ulteriormente rafforzato con la scomparsa di Sergio Galeotti nel 1985
Fra Giorgio Armani e Leo Dell'orco un sodalizio professionale e affettivo, che si è ulteriormente rafforzato con la scomparsa di Sergio Galeotti nel 1985

L’incontro “per caso” con Leo Dell’orco 

Con Leo Dell’Orco, Armani vive un altro grande sodalizio, affettivo e professionale. Vissuto comunque sempre con grande riservatezza. È il suo braccio destro in azienda. Classe 1952, nato a Bisceglie in Puglia, emigrato a Milano quando è ragazzo assieme agli altri quattro fratelli, viene “ufficialmente” presentato nel 2021 da King George in occasione di una sfilata. In realtà si conoscono da oltre quarant’anni. È lui stesso, Leo, a ricordarlo in un’intervista a Repubblica. “Ci siamo conosciuti quando avevo 24 anni (nel 1974, ndr), mi trovavo ai giardinetti di via Tiraboschi a Milano assieme a un amico che stava portando in giro il cane”. 

Giorgio Armani, Marina Berlusconi e Santo Versace
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Giorgio si trova lì con il suo quattrozampe. Quando si dice che le coincidenze non sono un caso. Giorgio fa coppia con Sergio ma Leo – Pantaleo, il suo nome per esteso – comincia a fare il modello per le aziende con cui Armani collabora. Nasce una partnership che prosegue ininterrotta nei decenni successivi. Leo ben presto diventa uno dei più fidati collaboratori dello stilista, e quando Galeotti viene a mancare questo rapporto diventa ben presto affettivo. Leo e Giorgio condividono anche la sfera privata. “Un affetto profondo”, così lo definisce King George, “vive da anni assieme a me e rappresenta la persona che mi è più vicina”.  

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L’importanza degli affetti 

Affetti, sentimenti. Armani aveva sempre sottolineato l’enorme importanza di essere circondato d’amore nel senso più ampio del termine. E non mancava mai di sottolinearlo. “Il mio unico rimpianto nella vita? È stato quello di aver trascorso troppe ore a lavorare e non abbastanza tempo con amici e familiari”.