MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, Cecilia De Astis investita e uccisa da un’auto pirata: “Una donna di cuore”. I figli ai fuggitivi: “Costituitevi”

L’incidente è avvenuto in via Saponaro, quartiere Gratosoglio. A bordo della macchina rubata c’erano 4 ragazzini visti scappare da alcuni testimoni verso il campo rom

Milano, Cecilia De Astis investita e uccisa da un’auto pirata: “Una donna di cuore”. I figli ai fuggitivi: “Costituitevi”

Milano – “Una donna di cuore. Il dolore per la morte del marito l’aveva resa più ruvida. Ma bastava poco, una parola gentile per farle ritrovare il sorriso”. Un sorriso cancellato in un attimo, ieri, perché Cecilia De Astis è stata travolta e uccisa da un’auto con a bordo quattro giovanissimi, forse minorenni, tre maschi e una femmina, scappati a piedi dopo l’impatto mortale.

Cecilia De Astis investita e uccisa da un'auto pirata a Milano
Cecilia De Astis investita e uccisa da un'auto pirata a Milano

Mancava qualche minuto a mezzogiorno quando la donna che aveva compiuto 71 anni lo scorso 21 giugno è stata falciata, appena uscita dalla mensa gestita dai “Fratelli di San Francesco“. “Era arrivata alle 11.30, non era un’assidua frequentatrice”, riferisce un responsabile. “Alla mensa andava ogni tanto, per mangiare in compagnia”, racconta un conoscente.

Originaria di Ruvo di Puglia, vicino Bari, abitava in via Gratosoglio da una quarantina d’anni. Alcuni familiari l’avevano invitata a trascorrere agosto in Puglia ma lei aveva preferito restare a Milano, spiega un’amica. Era rimasta vedova 15 anni fa ed era legatissima alla sorella, anche lei abitante del quartiere. Adesso Cecilia De Astis era in pensione e per anni aveva lavorato come operaia tessile all’ex Cotonificio Cederna, una fabbrica che è stata un’istituzione nel quartiere. Lascia due figli, di cui uno infermiere all’Humanitas.

“Costituitevi, fatevi un esame di coscienza”, ha detto ieri uno dei figli ai cronisti che lo hanno raggiunto. “Tutti hanno fatto delle bravate ma non così”.

“L’ho chiamata ieri sera – ha proseguito –, per organizzare una cena”. Mentre l’altro figlio ha raccontato di aver cenato con la madre domenica sera. Anche lui si rivolge ai fuggitivi: “Se non vi fate trovare prima, potrebbe essere molto peggio”.

I rilievi della polizia locale in via Saponaro, al Gratosoglio, dove una donna di 71 anni è morta dopo essere stato investita da un pirata della strada
I rilievi della polizia locale in via Saponaro, al Gratosoglio, dove una donna di 71 anni è morta dopo essere stato investita da un pirata della strada

I quattro sono ora ricercati dalla polizia locale. “Erano giovanissimi, di 13, 14 o 15 anni”, ha riferito un testimone. “Due si sono messi a correre nei prati e altri due verso il campo nomadi di via Chiesa Rossa”, ha proseguito un altro. Il pm di Milano Enrico Pavone ha aperto un fascicolo per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. Fondamentali saranno le immagini delle telecamere della zona per individuare i responsabili.

La donna è stata falciata da una Citroen Ds4 bianca a bordo della quale c’erano quattro ragazzini. Secondo una prima ricostruzione degli agenti della polizia locale guidati dal comandante Gianluca Mirabelli l’auto percorreva via Saponaro a tutta velocità verso il centro ed è finita fuori strada dopo una curva. Ha invaso l’area verde oltre il cordolo che separa la carreggiata dalla sede tranviaria. In quel momento la donna era lì, nella traiettoria del bolide, ed è stata presa in pieno. È morta poco dopo, al Niguarda. L’auto ha poi finito la corsa contro un cartello stradale ed è stata abbandonata dai quattro occupanti che sono scappati a piedi lasciando la macchina semi-distrutta sulla carreggiata. Un mezzo dalla targa francese che dagli accertamenti risulterà essere stato rubato il giorno precedente a dei ventenni arrivati in visita a Milano da Strasburgo.

Il quartiere è in lutto. “Cecilia era una brava donna, nella vita aveva sofferto molto, aveva perso anche il marito, non si può morire così”, dice una residente della zona, in lacrime. “Non sappiamo chi siano i ragazzini che erano su quella macchina – prosegue un’altra –. Forse provenivano dal campo nomadi di Chiesa Rossa? Un luogo che crea sempre problemi, purtroppo. Mi auguro vengano individuati in fretta, perché sono un pericolo per tutti. Intanto la signora Cecilia ci ha rimesso la vita. Non è giusto”.