MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Femminicidio a Settala, bimba di 10 anni chiama il 118: “Papà ha ucciso mamma”

La tragedia nella tarda serata di ieri. I militari dell’Arma, giunti sul posto, hanno trovato la bimba che usciva dal palazzo, seguita dal padre. In un appartamento al terzo piano, il cadavere della donna. L’uomo è stato arrestato. Una vicina: “Ha bussato alla mia porta, ma io non gli ho aperto”

Femminicidio a Settala, bimba di 10 anni chiama il 118: “Papà ha ucciso mamma”

Settala, 4 maggio 2025 – Quando l’operatore del 118 ha ricevuto la chiamata e ha sentito le prime parole pronunciate dall’altro capo del filo, gli si è gelato il sangue. L’interlocutore era una ragazzina – poi identificata come una bimba di 10 anni – che si era messa in contatto con il servizio di emergenza e urgenza per raccontare la tragedia familiare a cui aveva appena assistito.

Papà ha appena ucciso la mamma – diceva la piccola con la voce rotta dal pianto – Venite ad aiutarmi”. Successivamente ha trovato la lucidità per fornire l’indirizzo dove era avvenuto il delitto.

L'ingresso dell'appartamento dell'omicidio; a destra, la palazzina dove vivevano i protagonisti della tragedia (Canali)
L'ingresso dell'appartamento dell'omicidio; a destra, la palazzina dove vivevano i protagonisti della tragedia (Canali)

I fatti

Dopo aver raccolto la testimonianza, il centralinista ha passato la comunicazione ai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese che sono intervenuti sul posto, un’abitazione in via Cerca, nella frazione Caleppio a Settala – il nome che prende in quella zona la strada provinciale che attraversa tutto il territorio – dove hanno trovato la piccola, una bimba di 10 anni, che aveva chiamato i carabinieri per raccontare che la madre era stata uccisa dal padre.

La palazzina di via Cerca dove si è verificato l'omicidio (Canali)
La palazzina di via Cerca dove si è verificato l'omicidio (Canali)

Giunti nella zona teatro del femminicidio, i carabinieri hanno notato la bambina che usciva dal palazzo. Era seguita a breve distanza dal padre, un cinquantenne marocchino, Khalid Achak, in stato di evidente alterazione. Entrati in casa, al terzo piano, è stato rinvenuto il corpo senza vita della madre, 43enne, Amina Sailouhi, anche lei marocchina, con diverse ferite da taglio. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato ed è stato accompagnato al carcere di San Vittore. Del fatto è stato avvisato il pm di turno in procura a Milano. La bambina è stata affidata a un parente.

La testimonianza

In via Cerca, nella palazzina al civico 12 dove è avvenuto l’ennesimo femminicidio italiano, una scia di sangue che non sembra conoscere fine, si parla di quanto avvenuto come di un delitto annunciato. Alcuni vicini parlano, seppure con il dolore nel cuore per la morte di una conoscente, di un contesto segnato dalle tensioni.

Proprio per l’attitudine violenta del presunto assassino. "Questa è una tragedia che doveva essere evitata – racconta una donna, residente nel fabbricato, che ha l’ingresso sul retro della strada provinciale – Quell'uomo è andato di fuori di testa parecchie volte.  I carabinieri sono intervenuti più volte”. 

I sigilli dei carabinieri sulla porta dell'appartamento dove si è consumata la tragedia (Canali)
I sigilli dei carabinieri sulla porta dell'appartamento dove si è consumata la tragedia (Canali)

L’omicidio si sarebbe verificato dopo le 23 di ieri sera. “Noi abbiamo visto la bambina, che va a scuola con mio figlio – prosegue la testimone – che usciva di casa, inseguita dal padre, con indosso solo gli slip”. L’uomo, sembra, era stato protagonista già in passato di liti e aggressioni nei confronti della moglie. Pare che nelle scorse settimane fosse stato allontanato da casa. Forse aveva fatto ritorno nell’abitazione di via Cerca proprio ieri sera. Lì sarebbe scoppiato un bisticcio, l’ennesimo, al termine del quale il cinquantenne avrebbe impugnato il coltello – l’aveva portato con sé? oppure l’ha recuperato da una cassetto, magari in cucina? Saranno le indagini a chiarirlo – colpendo a morte, con più di un fendente, la moglie. Il tutto davanti agli occhi della figlia, che ha trovato il tempo per chiamare il 118. Prima di fuggire, inseguita dal papà. Che, forse, voleva farle pagare la sua coraggiosa telefonata.

Le testimonianze

Fra le testimoni dirette dell’omicidio c’è una vicina, Emanuela Collini, alla cui porta si sono presentati i carabinieri. Abita nell’appartamento di fronte a quello dove il marito ha ucciso la moglie davanti agli occhi della figlioletta. “Ieri sera – racconta ai giornalisti – i carabinieri sono arrivati ed hanno suonato alla mia porta, chiedendomi se avessi una bambina. Ho detto loro che la piccola era la figlia dei miei vicini di casa. A quel punto mi hanno detto di chiudere la porta di non uscire”.

Emanuela Collini, la dirimpettaia di assassino e vittima
Emanuela Collini, la dirimpettaia di assassino e vittima

I militari dell’Arma, continua la donna, “sono scesi a pianterreno. Poco dopo l'uomo (l’assassino, ndrè venuto a bussare alla mia porta ma non ho aperto. Poi ho scoperto che aveva ucciso la moglie”. Era un tipo violento che spesso se la prendeva con tutti – chiosa la vicina – Due anni fa aveva imbrattato la mia porta di casa con delle macchie di sangue dopo essersi ferito. In quell’occasione feci una segnalazione ai carabinieri”

Sulla tragedia è intervenuto anche il sindaco di Settala, Massimo Giordano, che sostiene come la famiglia non avesse mai dato segnali “preoccupanti”  a livello di Amministrazione comunale. “Erano nelle attenzioni dei servizi sociali da un paio di anni – ricorda – ma nulla faceva presagire una tale tragedia. Il Comune ha attivato tutte le procedure previste per assistere e seguire i genitori e anche la piccola, che frequentava la scuola elementare di Caleppio”.