Faida tra bande di trapper: prime ammissioni per gli arrestati del gruppo di Simba La Rue

Durante gli interrogatori, alcuni dei 9 fermati sono crollati e avrebbero ammesso gli addebiti

Milano, 31 luglio 2022 -  Sono arrivate le prime ammissioni dei ragazzi, interrogati dal gip Guido Salvini, tra gli arrestati nell'ambito dell'inchiesta del pm di Milano Francesca Crupi con al centro due aggressioni per una faida fra trapper, in particolare tra il gruppo del lecchese Simba La Rue e quello del padovano Baby Touché. Davanti al giudice sono comparsi la ventenne Sara Ben Salah, Marco Locatelli, 22 anni, Alan Christopher Momo, 23 anni, e Dago Fabio Carter, 25 anni. Tutti e quattro, secondo quanto si apprende, hanno risposto alle domande e avrebbero ammesso gli addebiti. L'ordinanza del giudice, infatti, ha evidenziato la progressione criminale, ha cristallizzato le prove e riportato le ammissioni dei giovani nelle conversazioni intercettate sia al telefono che dalle cimici nascoste nelle loro macchine. Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni. L'ultimo, previsto per martedì prossimo, sarà quello di Simba La Rue, alias di Mohamed Lamine Saida, dimesso ieri sera dall'ospedale dove era ricoverato dopo aver ricevuto una coltellata. 

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Simba La Rue accoltellato

Il 16 giugno Simba La Rue, all'anagrafe Mohamed Lamine Saida, rapper di 20 anni con centinaia di migliaia di follower su Instagram, era stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato accoltellato a Treviolo. Su questo tentato omicidio indaga la Procura di Bergamo e, intanto, quella di Milano ha ricostruito la catena di vendette incrociate nel capoluogo lombardo.  A Simba La Rue, nella cui casa sono state trovate una pistola e della droga, e ad altri tre viene contestato di aver sequestrato il 9 giugno il capo della "gang" antagonista, Mohamed Amine Amagour, ossia Baby Touché, 'trapper' padovano: l'avrebbero accerchiato in via Boifava, preso a calci e pugni e caricato su una macchina. Sarebbe stato tenuto là dentro per due ore, mentre sul suo account, ma anche su quelli degli aggressori, venivano pubblicati video con tanto di volto "sanguinante e tumefatto", insulti e parole di dileggio. Era stato liberato a Calolziocorte, nel Lecchese. "Abbiamo inscenato una finta faida fra di noi per fare spettacolo e per farci pubblicità. Ribadisco di non essere stato mai in pericolo", ha messo a verbale Touché, rispettando una regola "di omertà" con "menzogne", come ha spiegato il gip, "finalizzate a non fare emergere l'esistenza" di quella "guerra" tra le "due bande" in cui "lui stesso è coinvolto per la commissione di gravi fatti di sangue". Per il giudice, infatti, "il grave accoltellamento" subito da Simba una settimana dopo, "rivendicato sui social da uno dei membri della banda di Baby Touché", può essere letto come una "ritorsione".

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L'indagine: il software Sari 

Le minacce via social ad anticipare i raid. I "dissing" per provocarsi su Instagram e darsi appuntamento nella vita reale per regolare i conti. I resoconti delle aggressioni fedelmente riportati su alcune pagine specializzate. L’indagine dei carabinieri che ha messo fine alla faida tra trapper ha scandagliato a fondo il web per rintracciare filmati e foto che riguardavano i raid sotto la lente e, in seconda battuta, per associare agli utenti che inserivano i contenuti (sempre coperti da nickname sulle loro pagine) i nomi delle persone potenzialmente coinvolte. In almeno tre occasioni, come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Guido Salvini, i militari del Nucleo operativo della Compagnia Duomo, coordinati dal capitano Gabriele Lombardo e dal tenente Vincenzo Del Latte, hanno utilizzato il software Sari (acronimo che sta per Sistema automatico di riconoscimento immagini) per incastrare i sospettati o comunque per capire chi ci fosse dietro un post che annunciava la verosimile commissione di un reato.

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La faida

È il 1° marzo quando un gruppo della banda di Simba La Rue aggredisce in via Settala, in zona stazione Centrale, due componenti della gang di Baby Touché che vengono rapinati. Uno, accoltellato alla gamba sinistra. Dai filmati si vedono due auto allontanarsi a tutta velocità: una, la Bmw X1 di un servizio di car sharing, era stata noleggiata il 26 febbraio in via Stefanardo da Vimercate, zona Gorla, e rilasciata (con un mancato pagamento di oltre mille euro) il 1° marzo poco prima delle 3, dopo l’aggressione, in via privata Bellinzona. Molto vicino a piazza Prealpi. Chi l’aveva noleggiata? Come è emerso dalle indagini, una persona vicina a Baby Gang e Simba La Rue. Un episodio che ha tutta l’aria di essere una vendetta dopo l’aggressione avvenuta a Padova il 14 febbraio ai danni di un affiliato della banda di Simba La Rue. Intercettati, alcuni componenti della banda si organizzano per "andare a Milano in piazza Prealpi", da cui secondo i piani sarebbero partiti con altri amici verso una palestra di Busto Arsizio dove erano in programma incontri di pugilato con almeno uno dei loro rivali. L’intenzione era di tendere un agguato. Impedito dalla polizia.

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