Sara la ragazza-esca e il raid del branco: "Simba l’ha bucato, ora è war zone"

Faida tra trapper, l'operazione dei carabinieri: nove arresti. L’aggressione a Porta Venezia e il rapimento di Baby Touché

Milano - Un’aggressione dietro l’altra. Vendette incrociate che si rincorrono. Agguati nella notte e promesse di rivalsa a favor di smartphone, con i follower a cliccare like e commentare in tempo reale. Chi ha iniziato per primo? L’analisi a ritroso dei profili social sembra rintracciare la scintilla in un confronto in corso Como a inizio 2022, anche se è probabile che i semi della rivalità tra trapper siano stati piantati ben prima, germogliati qua e là tra una provocazione verbale (i "dissing" tra nemici) e un faccia a faccia su appuntamento nelle strade della movida. Da una parte Mohamed Lamine Saida alias Simba La Rue, nato vent’anni fa in Tunisia e cresciuto in provincia di Como. Dall’altra Mohamed Amine Amagour, italo-marocchino di 19 anni residente a Padova noto come Baby Touché. Una faida sempre più violenta, al centro di un’escalation interrotta all’alba di ieri dai carabinieri della Compagnia Duomo.

A valle di un’indagine durata alcuni mesi, i militari del Nucleo operativo, coordinati dal pm Francesca Crupi e guidati dal capitano Gabriele Lombardo e dal tenente Vincenzo Del Latte, hanno ammanettato La Rue e altri otto del suo "giro", compresa la ventenne monzese Sara Ben Salha, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Guido Salvini. Nel provvedimento di 50 pagine, vengono ricostruiti due raid nei confronti di Baby Touché e compagnia. Il primo va in scena nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo e, secondo le indagini, è la risposta a un altro blitz, datato 14 febbraio: quel giorno, Fabio Carter Dago Gapea, venticinquenne della gang La Rue, viene accoltellato vicino alla stazione di Padova. Chi è stato? Per il ferito, i colpevoli sono Akrem B.H. e il pugile Samir B., del gruppo Touché. Così i nemici pianificano la spedizione punitiva. Il primo tentativo va a vuoto: la banda si muove in direzione Busto Arsizio, dov’è in programma un incontro di boxe, ma un controllo delle forze dell’ordine blocca tutto sul nascere. Non è un posto di blocco casuale: Gapea è intercettato dagli agenti della Mobile di Lecco, che il primo aprile 2022 lo fermeranno insieme al complice ivoriano Alan Christopher Momo dopo aver sequestrato cocaina, hashish e tre pistole. "Sai come stavamo piangendo adesso se avevamo dietro il ferro...", dice Gapea a Momo commentando il pericolo scampato. Dopo un ulteriore flop il 23, arriviamo alla notte del pestaggio. Sara, compagna di Gapea, fa da esca: contatta Akrem e gli propone un incontro "galante" in via Castaldi, attirandolo in trappola. Il piano è organizzato nei minimi dettagli: la ragazza nasconde sotto i capelli una cuffietta Bluetooth, "in modo tale da poter aggiornare il gruppo di assalitori “in diretta” senza dover perdere tempo a mandare messaggi".

Alle 2.44 , Akrem e l’amico Thomas C. si ritrovano nella morsa in via Settala: calci e pugni, poi il primo viene ferito da un fendente alla gamba. Il commando riparte su due macchine, di cui una presa a noleggio tre giorni prima e abbandonata in strada con mille euro di conto da saldare. Quando arrivano gli uomini del Radiomobile, Sara li depista: spiega che i misteriosi banditi a volto coperto hanno tentato di rubarle la borsetta e riferisce che sono fuggiti su due veicoli di colore blu (invece erano uno bianco e uno nero). "Gli ho tirato un pugno bro, che mi sa che l’ho aperto tutto", si vanta Gapea. Per poi aggiungere: "Simba l’ha bucato", tirando direttamente in ballo La Rue. Sia lui che Momo sanno bene che quell’agguato avrà conseguenze: "Comunque a Milano, se dobbiamo girare, adesso stiamo attenti fra perché adesso siamo entrati in una war zone con quelli di Padova frate...". Finita? No, perché il 9 giugno tocca al leader avversario in persona. La Rue e soci scovano Baby Touché in via Boifava: sono in venti, impugnano "spade e coltelli", riferirà un testimone. Lo caricano a forza su una Mercedes Classe A, lo tengono in ostaggio per due ore e lo umiliano davanti ai suoi follower in un video in cui viene ripreso col volto tumefatto e lo sguardo perso nel vuoto.

"Dov’è il gangster che sei?" , lo provoca La Rue. Quel filmato arriva pure al fratello di Amagour, che corre alla caserma di via Moscova per denunciare l’accaduto. I militari avviano subito l’iter per la geolocalizzazione del telefono, procedura prevista in caso di soccorsi urgenti, e alle 2.40 ritrovano il sequestrato a Calolziocorte, in provincia di Lecco: è in compagnia di quattro persone, tra cui Zaccaria Mouhib, al secolo Baby Gang (non coinvolto nell’inchiesta). Il ragazzo minimizza l’accaduto: "Abbiamo inscenato una finta faida fra di noi per fare spettacolo e per farci pubblicità – mette a verbale –. Ribadisco di non essere stato mai in pericolo e di non essere stato costretto da nessuno a fare alcunché contro la mia volontà". "Menzogne" per tenere lontani i sospetti, la tesi degli inquirenti condivisa dal giudice. Una settimana dopo tocca a La Rue, accoltellato a Treviolo, nella Bergamasca. Ieri i militari l’hanno arrestato in ospedale a Lecco, dov’era ancora ricoverato per la ferita alla coscia. Negli stessi minuti, è scattata la perquisizione nella cameretta a casa dei genitori: sequestrata una pistola con matricola parzialmente abrasa e quattro colpi nel caricatore.

 

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