
Nell’immobile comunale di via San Dionigi per ora c’è solo una colonia felina. Scavuzzo: spazio chiavi in mano? Non è possibile, serviranno dei lavori. De Corato (FdI): ricorrerò alla magistratura. Verri (Lega): metteremo le catene.
Per ora niente leoncavallini, solo tanti gatti. Una colonia felina in piena regola. Nella possibile, futura, nuova casa di via San Dionigi 117 del centro sociale appena sgomberato – nuova casa bando comunale permettendo, naturalmente – campeggia nella recinzione esterna lo striscione “No Leoncavallo“, un lascito di una passata manifestazione anti-antagonisti.
L’immobile dismesso nella periferia sud-est della città non è messo benissimo. Il tetto è pieno di amianto e la bonifica dovrebbe costare almeno 300 mila euro. Ma per il restyling complessivo dello spazio potrebbero volerci tre milioni di euro. Mica pochi. Il Leoncavallo avrebbe voluto uno spazio pubblico già in buone condizioni, in cui non fosse necessario utilizzare troppi soldi per renderlo utilizzabile. Non è il caso di via San Dionigi. "Capisco l’auspicio di vedersi assegnare uno spazio chiavi in mano ma non si può", dice la vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana Anna Scavuzzo.
È lei che sta gestendo la partita del “bando Leoncavallo“, anche se alla numero due di Palazzo Marino questa definizione non piace affatto, visto che si tratterà di un bando pubblico "aperto a tutti, non costruito appositamente per il centro sociale". Giovedì prossimo Scavuzzo porterà in Giunta una delibera che conterrà le linee di indirizzo per la raccolta di manifestazioni d’interesse relative a una serie di aree a Porto di Mare e in via San Dionigi, tra cui l’ex capannone voluto dagli antagonisti. Nella delibera sono elencati i lavori necessari – come messa in sicurezza e bonifica dall’amianto – che potranno essere realizzati a scomputo, cioè realizzati da chi ottiene la concessione e poi “scontati“ negli anni dall’affitto. Passaggi – pubblicazione del bando, presentazione delle manifestazioni – che richiederanno alcuni mesi.
Il centrodestra, intanto annuncia battaglia proprio sul bando. L’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza ha già sollevato dubbi sul fatto che a un bando comunale possano partecipare le Mamme del Leonka, a cui il Viminale ha chiesto tre milioni di euro come risarcimento della sentenza che condannava lo Stato a risarcire la famiglia Cabassi, proprietaria dell’immobile occupato abusivamente per 31 anni. Il deputato di FdI Riccardo De Corato, sempre in tema di bando e assegnazione dello spazio comunale ai leoncavallini, annuncia un esposto in Procura. Il capogruppo delle Lega in Comune Alessandro Verri rincara la dose: "Il Comune sta pensando a vie preferenziali per i suoi amici del Leonka, ma noi siamo pronti alle barricate: saremo noi a mettere le catene agli ingressi dello spazio di via San Dionigi, se davvero qualcuno penserà di concederlo agli stessi abusivi che per decenni hanno calpestato la legalità".