"C’è amarezza, perché la città è stata saccheggiata di spazi, e nello stesso tempo soddisfazione, perché le segnalazioni dei comitati sono state prese in considerazione dalla magistratura. Ma perché si è dovuti arrivare a tanto per essere ascoltati? E ora che succederà nei cantieri sospesi?". La riflessione è dei cittadini di via Calvino, in zona Scalo Farini, dove resta una ferita al posto della struttura del Ferrotel, demolito per fare spazio a Torre Futura, parte dei 17 progetti stoppati dopo l’esame del Gruppo di lavoro istituito dal Comune per valutare le operazioni a rischio dopo i primi scossoni del terremoto urbanistica.

Questa è una delle voci raccolte poco dopo la notizia delle misure cautelari di ieri. Travolto un intero sistema da una valanga iniziata con un caso: quello di piazza Aspromonte. Hidden Garden è il primo progetto su cui, dopo l’esposto presentato in Procura da un gruppo di cittadini a luglio di tre anni fa, si sono accesi i fari dei pm. Sotto la lente un palazzo di sette piani nato all’interno di un cortile dove prima c’era una villetta Liberty a tre piani. Un progetto promosso da Andrea Bezziccheri, patron di Bluestone, per cui è stato disposto il carcere.
La “guerra“ dei cittadini era iniziata già con la demolizione della palazzina, intervento invasivo che causava disagi quotidiani a cominciare dall’ingresso di mezzi pesanti in spazi ridottissimi. "E poi pensiamo che il progetto non sia in armonia con il contesto", dicevano al Giorno gli abitanti nel 2020. Ora, che effetto fanno gli arresti?
"Il lavoro svolto dalla Procura, sollecitato da tanti cittadini, ha portato sin qui a risultati che sono indubbiamente significativi – commenta l’avvocata Veronica Dini, al fianco dei cittadini di piazza Aspromonte – pure nell’attesa dei giudizi di merito. La quantità di elementi raccolti durante le indagini ha evidenziato una situazione di opacità e trascuratezza dell’interesse pubblico che temevamo ma che pure ci ha allarmato per le sue dimensioni e la sua capillarità. Ciò, comunque, rende imprescindibile una svolta politica: le misure cautelari impongono non solo di rivedere radicalmente la prassi amministrativa, ma di ricostruire indirizzi e politiche sociali e urbanistiche fondate sui valori costituzionali e sul bene comune. E voglio sperare non sia neppure in dubbio una pausa sull’operazione San Siro. Lo dico in veste di legale che assiste i comitati in difesa dello stadio e visti i numerosi e rilevantissimi problemi che denunciamo da anni". Intanto, una rete che riunisce 24 comitati, tra cui lo stesso Referendum per San Siro, Baiamonti Verde comune, Le Giardiniere, il gruppo per la difesa del Bosco di via Falck e La Goccia, in una lettera aperta esprimono sostegno alla magistratura e invitano gli altri cittadini a mobilitarsi "in difesa di tutti i luoghi che ancora sopravvivono. Tutti insieme chiediamo, pretendiamo da chi ci governa, un reale cambiamento, che parta dall’ascolto di noi cittadine e cittadini e dal recupero della moralità dell’azione amministrativa".
Altra voce è quella del comitato Famiglie sospese che si ritrovano nel limbo, con le case acquistate, bloccate dopo le inchieste: "Vogliamo sapere chi sta facendo cosa, con quali tempi e con quale visione. Per questo chiediamo l’apertura immediata di un tavolo pubblico e di aggiornamento. Un confronto che garantisca aggiornamenti regolari e restituisca certezze, prospettive e normalità a migliaia di cittadini e lavoratori".