
Una visita da un medico di base
Basiglio (Milano) – «C’è un medico da spostare»: per far fronte alla carenza ormai cronica di professionisti, la soluzione più efficace al momento sono gli Amt, gli Ambulatori Medici Temporanei. Parafrasando una nota canzone che parlava di auto da spostare per mancanza di parcheggi, oggi a spostarsi sono gli studi medici, per mancanza di dottori. Una soluzione che si sta diffondendo sempre più, nel tentativo di garantire l’assistenza ai pazienti rimasti senza medico. Già da qualche mese prima del Covid, i medici di famiglia hanno iniziato a scomparire gradualmente. Un’emorragia dovuta principalmente al pensionamento. Se un tempo erano figure concrete, con nome e cognome, spesso presenti per molti anni accanto ai pazienti, oggi diventano sempre più spesso figure “astratte“, soggette a frequenti cambiamenti e contattabili, per le pratiche di routine, quasi esclusivamente via email.
Anche Basiglio, uno dei comuni più ricchi d’Italia per reddito pro capite, non è esente dalla crisi della medicina di base. Dopo il pensionamento del dottor Franco Raiteri, il suo posto sarà preso dalla dottoressa Emanuela Valoti a partire dal 1° settembre. La dottoressa garantirà la propria presenza sia nell’ambulatorio comunale adiacente al Municipio, sia in quello situato nel centro storico, entrambi ospitati in spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Nel frattempo, i cittadini rimasti senza medico di famiglia a causa di trasferimenti o cessazioni dovranno recarsi a Rozzano, dove è attivo un Amt . Questo servizio si affianca ad altri interventi in ambito sanitario garantiti direttamente dal Comune.
Basiglio, infatti, è tra le poche amministrazioni che da tempo promuovono il servizio gratuito “L’infermiere in Comune“. Un’iniziativa che si integra con le diverse figure professionali presenti sul territorio: il medico di famiglia, per rafforzare il rapporto di fiducia con il paziente; il pediatra, per promuovere la crescita sana dei bambini nati a Basiglio; i Servizi sociali e territoriali comunali, per interventi mirati nei casi di bisogno; infine, altri professionisti sanitari, incaricati di informare la cittadinanza su temi di attualità sanitaria.
La trasferta “forzata“ a Rozzano ha acceso preoccupazioni e polemiche, soprattutto sui social: «Siamo penalizzati e costretti ad andare in un comune dove l’emergenza medici di base è ancora più pesante della nostra - commenta la basigliese Liliana Bruno - vuol dire lunghe attese per vedere fisicamente un medico di base».