NICOLA PALMA
Cronaca

Più gruppi per 50 manifesti. Indagine sul blitz anti Israele

Dai sei ragazzi incrociati in via Padova con colla e rullo ai raid in zona Parenti. Informativa della Digos in Procura. Al setaccio le immagini delle telecamere.

I manifesti «Israeli not welcome» comparsi giovedì mattina in via Tolstoj

I manifesti «Israeli not welcome» comparsi giovedì mattina in via Tolstoj

Più gruppi in azione. Raid contemporanei nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì per attaccare più di cinquanta manifesti con la stessa scritta. E sospetti che si concentrano sull’area antagonista. Sono i punti di partenza dell’indagine che sta cercando di identificare chi ha affisso in giro per la città decine di cartelli blu con la scritta bianca "Israeli not welcome", vale a dire "Israeliani non benvenuti". Gli autori hanno preso di mira alcuni punti specifici di Milano, non scelti a caso: oltre alla zona di via Padova, si sono concentrati sull’area del quartiere ebraico (sistemandoli di proposito in punti di passaggio come gli ingressi della stazione Tolstoj della M4 e lungo via Soderini e via D’Alviano) e nelle strade attorno al teatro Franco Parenti (già preso di mira tre settimane fa con scritte sui muri e sui marciapiedi prima della manifestazione "Due popoli, due Stati" organizzata da Italia Viva, Azione e +Europa). Il fatto che tra i luoghi in questione ci siano diversi chilometri di distanza lascia chiaramente ipotizzare che la responsabilità del raid non possa essere attribuita a un unico gruppo, bensì a più gruppi organizzati che si sono coordinati tra loro.

Poco prima dell’una di giovedì, gli agenti di pattuglia in zona via Padova hanno notato sei persone che avevano con loro manifesti, rullo e colla e hanno deciso di controllarle, scoprendo alcuni dei cartelli "Israeli not welcome"; nelle ore successive, sono via via arrivate le altre segnalazioni. Identificati tre uomini e tre donne di età compresa tra 25 e 30 anni, alcuni dei quali già noti come appartenenti all’area antagonista. Anche i loro nomi sono finiti nella prima informativa che la Digos ha inviato in Procura, segnalando l’episodio per dare la possibilità ai magistrati di valutarlo attentamente e di individuare eventuali ipotesi di reato da contestare. Gli investigatori di via Fatebenefratelli, coordinati dal dirigente Antonio Marotta, stanno acquisendo le immagini delle telecamere installate nelle zone in cui sono andate in scena le operazioni di attacchinaggio: dall’analisi dei filmati potrebbero arrivare informazioni decisive per dare un volto agli altri responsabili. "A prescindere da chi guidi i governi degli Stati, siano essi democratici o meno – ha commentato a caldo il consigliere comunale di Azione Daniele Nahum – affiggere cartelli discriminatori contro una qualsiasi nazionalità è un’operazione degna dei fascisti degli anni Trenta. Denuncerò questa azione in tutte le sedi opportune".