IVAN ALBARELLI
Editoriale e Commento

Nostalgia canaglia

Techetechetè e Cristina d’Avena: una lezione di socionostalgia sugli italiani

L'estate comincia ufficialmente il 21 giugno in tutti i Paesi del mondo e, in Italia, circa una settimana dopo quando su Rai 1 prende il via alla sera Techetechetè e Cristina D'Avena ricompare a concerti e arene estive, come farà oggi al Carroponte a Sesto San Giovanni. I vecchi filmati in bianco nero che (ogni anno) ci ripropongono Corrado, Raffaella Carrà, Mina e le Sorelle Kessler a Milleluci, piuttosto che Walter Chiari o Gino Bramieri, sono un po' come l'Ape Maia o Licia dolce Licia dell'eterna regina dei cartoni animati anni '80 e '90: un tuffo in un passato che conforta, rilassa e ci coccola.

Perché noi italiani siamo alla fine più nostalgici del resto degli europei; e insomma, si sa che si stava meglio ed eravamo più felici quando c'erano la lira, Pertini, la Nazionale che vinceva il Mundial e Sandra Milo osannata ai congressi del Partito socialista. E allora rivedere uno spezzone di vecchia tivù in cui Ave Ninchi c'insegna a fare il pollo alla romana (il primo programma di cucina in tv nel 1974!), o risentire la Canzone dei Puffi, sarà troppo cringe, ridicolo e patetico visto dai ragazzi delle generazioni Z e Alfa, quelli che oggi hanno fra i 18 e i 30 anni, ma per le legioni di "anta" funziona decisamente meglio di un ansiolitico.