SIMONA BALLATORE
Cronaca

Studenti pro Palestina, attivista si sente male: alla Bicocca finisce lo sciopero della fame

Prosegue la protesta delle acampade nelle università milanesi in segno di solidarietà con il popolo di Gaza e contro gli accordi con gli atenei israeliani

Dalia e Lorenzo, di Cambiare rotta, incatenati fuori dal rettorato della Bicocca e in sciopero della fame

Dalia e Lorenzo, di Cambiare rotta, incatenati fuori dal rettorato della Bicocca e in sciopero della fame

Milano – Lo sciopero della fame all’università di Milano-Bicocca in segno di solidarietà con il popolo palestinese (come avevano fatto a Princeton) si è chiuso questa mattina con l’arrivo di un’ambulanza. “Ora sto meglio”, rassicura Dalia, l’attivista di Cambiare Rotta che con Lorenzo aveva montato la tenda davanti alla porta a vetri del rettorato mercoledì scorso, chiedendo un incontro alla rettrice e presidente Crui Giovanna Iannantuoni oltre a una presa di posizione più netta sul conflitto israelo-palestinese e sugli accordi con atenei israeliani e industrie belliche.

Dalia, 23 anni, studentessa di Comunicazione interculturale, è stata visitata sul posto. "È stata dura sia fisicamente che psicologicamente, non ci siamo mossi di qui e non abbiamo mangiato nulla – racconta –, ringrazio quanti, tra personale e studenti, ci hanno raggiunto per scambiare qualche parola o portarci acqua e tè. Oggi smontiamo l’acampada in Bicocca, che è rimasta per dieci giorni. Abbiamo bisogno di riposare ma per riprendere le forze perché la prossima settimana sarà intensa”.

La mobilitazione continua. "Non ci arrendiamo – proseguono –. La rettrice Iannantuoni ha detto che ci avrebbe incontrato al suo rientro a Milano dopo la Crui, la stiamo ancora aspettando”. Sulla porta di vetro avevano lasciato un ultimo messaggio provocatorio: “L’ambulanza è arrivata ma una risposta ancora no”.

Intanto sono state smontate anche le tende al piano terra dell’U6 mentre prosegue dal 10 maggio l’acampada alla Statale di Milano, tra presentazioni di libri, proiezioni di film, cortei e polemiche. Tra le scritte spuntate sui muri, infatti, non sono mancati insulti a studenti che si erano schierati contro l’occupazione, oltre a quelli indirizzati al rettore Elio Franzini e alle forze dell’ordine. L’obiettivo dei manifestanti è restare almeno fino a lunedì, giorno del Senato accademico straordinario, e decidere gli sviluppi in base alla decisione che verrà presa sugli accordi con la Reichman University.

Sempre lunedì mattina è in programma un altro incontro in Bicocca organizzato da alcuni docenti e dagli attivisti di Cambiare rotta sul conflitto israelo-palestinese e martedì è stata indetta una conferenza stampa che sarà seguita da un pranzo sociale e dall’assemblea studentesca.

Continua anche l’acampada studentesca in piazza Leonardo da Vinci, alle porte del Politecnico: "Siamo stati ricevuti dalla rettrice Donatella Sciuto lunedì, dopo il senato accademico – spiegano gli attivisti di Cambiare Rotta –. La mozione approvata però è troppo timida e non ci basta. Restiamo qui”. Diversi gruppi di manifestanti dei tre atenei pubblici milanesi partiranno poi per Roma in vista della manifestazione nazionale e dell’assemblea di tutte le acampade italiane dell’1, 2 e 3 giugno. Non sono escluse iniziative parallele anche in città.