SIMONA BALLATORE
Cronaca

Rissa alla Statale tra le tende. Lotta comunista contro pro-Palestina. E scatta il contropresidio a destra

Open day rinviato al 22 giugno "causa occupazione", nella settimana della maturità. Oggi picchetto in Bicocca

Rissa alla Statale tra le tende. Lotta comunista contro pro-Palestina. E scatta il contropresidio a destra

Rissa alla Statale tra le tende. Lotta comunista contro pro-Palestina. E scatta il contropresidio a destra

C’è chi punta il dito contro un’"aggressione squadrista e sionista contro l’Acampada per la Palestina" e chi parla di "scontri frutto dell’anarchia in cui la Statale sta degradando". Fatto sta che - anche se i motivi del contendere sfuggono ai più - ieri mattina una rissa è scoppiata tra le tende, davanti all’aula magna di via Festa del Perdono, immortalata dagli smartphone. A passare alle mani (e ai calci) alcuni attivisti di Lotta Comunista (che non partecipano all’Acampada) e alcuni dei giovani che da dieci giorni occupano la Statale. Già una settimana fa c’era stato un primo momento di tensione tra i due gruppi: al centro dei volantini che gli occupanti avevano ribattezzato "di propaganda sionista". I ragazzi che volantinavano erano stati allontanati tra spintoni e parole. E, stando alle prime ricostruzioni, sarebbero tornati ieri con i rinforzi. Secondo quanto riferito dalla Camera del non lavoro un ragazzo dell’Acampada è finito in pronto soccorso. Ieri è stato organizzato un presidio "contro le aggressioni sioniste in università" intorno alle 19 mentre a un chilometro di distanza, in piazza Cordusio, andava in scena una contro-manifestazione indetta da “Studenti per le Libertà“ e “Siamo Futuro Milano“, gruppi studenteschi vicini a Lega e Forza Italia, insieme ai rappresentanti di diversi partiti e all’associazione Amici di Israele.

"Basta occupare, vogliamo studiare": lo striscione. Il presidio si sarebbe dovuto svolgere in Statale, "ma siamo stati spostati qui per il rischio di tensioni ed è triste – spiega Filippo Leon, coordinatore di “Siamo Futuro Milano“ –. Vogliamo che l’occupazione finisca il prima possibile per difendere il diritto di studio, chiediamo al rettore di prendere posizione, è un atto illegale di una minoranza che non ha neppure preso voti a sufficienza alle ultime elezioni studentesche. I collettivi stanno facendo saltare diverse attività e adesso anche l’open day". La conferma è arrivata nel primo pomeriggio: "Non ci sono le condizioni". Una decisione soffertissima visto che è un’iniziativa dedicata che smuove cinquemila studenti delle superiori.

"A causa dell’occupazione in corso, l’Università Statale di Milano rimanda l’Open Day, previsto inizialmente per sabato 25 maggio, a sabato 22 giugno": la comunicazione. Nella settimana della maturità, quindi, ma dopo gli scritti. Intanto "l’ateneo è attivamente impegnato in una capillare campagna informativa su tutti i suoi canali rivolta a tutti gli studenti già iscritti e alle scuole e comunica che sabato 25 maggio, nella sede di via Festa del Perdono 7, sarà comunque organizzato un presidio di emergenza a cura del Cosp - Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni".

Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, ieri ha invitato la Statale "a tornare a fare cultura alta, e rigorosamente nella legalità", ribadendo che gli "scontri tra Lotta Comunista e studenti Propal sono il frutto dell’anarchia in cui la Statale sta degradando, settimana dopo settimana. Stop alle occupazioni".

Intanto continua l’Acampada, che si è estesa con qualche tenda anche alla sede di via Celoria oltre a via Festa del Perdono, alla Bicocca e al campus Leonardo del Politecnico. "Siamo consapevoli del fatto che ogni attacco subito verrà strumentalizzato per proseguire con la crescente militarizzazione e censura negli atenei – sottolineano dalle tende –. Non ci lasceremo intimidire: l’intifada studentesca manterrà la sua coesione e la sua integrità, sappiamo di essere parte di movimento globale e di essere in una posizione di forza". Dopo la richiesta del rettore Elio Franzini di pulire insulti e minacce che costellano i muri e di trasferire le proteste in "uno spazio interno limitato", l’intenzione degli occupanti è quella di restare almeno fino al 27 maggio, quando si dovrebbe discutere l’accordo con la Reichman University in un Senato accademico straordinario. E in attesa dell’incontro di domani alla Crui, la Conferenza dei rettori italiani, oggi pomeriggio a chiamare a raccolta le altre università milanesi è l’Acampada di Bicocca, che ha indetto un presidio in piazza dell’Ateneo Nuovo alle 14 per chiedere alla rettrice e presidente Crui, Giovanna Iannantuoni, di prendere posizione.