Milano, 28 giugno 2025 – Milano si colora di arcobaleno. Oggi, sabato 28 giugno, è il giorno clou del Milano Pride 2025 – la settimana che ha trasformato il capoluogo lombardo in un palcoscenico di celebrazione, visibilità e rivendicazione dei diritti LGBTQIA+ – ed è andata in scena la parata per le strade del centro cittadino: da piazza Duca d’Aosta fino all’Arco della Pace dove, dalle 18, si tiene l’evento di chiusura con la musica come protagonista.

Stando a quanto comunicato dagli organizzatori, al corteo hanno preso parte circa 350mila persone. E, a un certo punto, si è unito anche il sindaco Giuseppe Sala.

Contemporaneamente, a Budapest, in rappresentanza del Comune di Milano, la presidente del consiglio comunale Elena Buscemi e la consigliera comunale del Pd Diana De Marchi hanno partecipato al Pride nella capitale ungherese, vietato dal presidente Orban. Lì era presnete anche la segretaria dem Elly Schlein, oltre che i consiglieri regionali Paolo Romano e Luca Paladini.

Trecentocinquantamila persone hanno preso parte alla sfilata del Pride di Milano, nonostante il caldo asfissiante. Alle 15.30 è partito il corteo da via Vittor Pisani. La manifestazione, a cui si unirà anche il sindaco Giuseppe Sala, raggiungerà l'Arco della Pace (foto Ansa/Salmoirago).
Un filo diretto nel nome della ‘Resistenza Arcobaleno’, che non a caso è proprio il tema scelto per la manifestazione nel capoluogo lombardo, patrocinata dal Comune di Milano, mentre la Regione Lombardia ha deciso di non dare lo stesso riconoscimento ufficiale.
La parata
La parata è partita alle 15.30 da via Vittorio Pisani, davanti alla Stazione Centrale, ha attraversato via Volta e viale Elvezia; da qui ha costeggiato il Parco Sempione lungo viale Byron, viale Melzi d'Eril per terminare all’ombra dell’Arco della Pace. Poco prima dell’arrivo, i partecipanti hanno intonato il canto ‘Bella Ciao’. Qui, alle 18, è iniziato il grande evento finale con discorsi delle associazioni e delle istituzioni, musica, performance e festa pubblica che si protrarrà fino all’1 di notte.

Il percorso è stato progettato per essere completamente accessibile, con aree di defaticamento, fontanelle, segnalazioni specifiche e spazi sensoriali per garantire la partecipazione di tutti.
Per assicurare il sereno svolgimento della manifestazione e prevenire possibili turbative per l'ordine pubblico dovute all'eventuale abuso di bevande alcoliche e all'utilizzo improprio di bottiglie in vetro e lattine; tenuto conto altresì dei rischi conseguenti all'incontrollato abbandono dei contenitori di vetro e lattine, il Prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, ha disposto il divieto della somministrazione e della vendita di bevande alcoliche e superalcoliche, sia in forma fissa che ambulante, nonché la vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro e lattine.

I carri e i partiti
Oltre 50 i carri che sfilano lungo le vie di Milano. In testa, dietro lo striscione ci sono le Famiglie Arcobaleno, con un trenino carico di bambini, e le apecar. Seguono i carri dei partiti. Su quello del Pd, addobbato con una grande bandiera arcobaleno, si legge il cartello ‘chi odia la libertà odia anche l'amore come Orban’. Presente sullo stesso carro anche il cartonato del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana avvolto in una bandiera arcobaleno, per denunciare il mancato patrocinio da parte di Regione.

“È fondamentale essere tantissimi qui a Milano che è sempre stato avamposto contro le discriminazione. E poi chiaro che c'è grande collegamento con Budapest. È un segnale molto importante perché non deve mai vincere la cultura dell'odio. In Italia ci sono troppe persone che strizzano l'occhio a quel modello, ieri abbiamo sentito le parole orrende da Vannacci. La destra piano piano comunque porta avanti un messaggio di negazione dei diritti e Regione Lombardia ha negato ancora una volta il patrocinio”, ha detto il capogruppo del Pd Lombardia Pierfrancesco Majorino al Milano Pride. Quello di Vannacci “è il fascismo 2.0” ha aggiunto commentando le parole del generale sul Pride.
Presente anche il carro di Alleanza Verdi Sinistra italiana - che ha esposto il cartello ‘no Pride in genocide’ e quell dei sindacati Uil e Cigl Milano, di Amnesty e della foltissima delegazione del Dergano Pride e dei Sentinelli, anche se il loro fondatore Luca Paladini è a Budapest in queste ore. Poi Sfilano i Tir dei primi grandi sponsor.
Assente la comunità ebraica di Milano, perché in dissenso sull'uso del termine genocidio per descrivere quanto accade in Palestina. “Purtroppo quest'anno per la prima volta nella mia vita non potrò partecipare al Pride di Milano con i miei amici perché si autorizza l'uso di termini che mettono a rischio di aggressioni la comunità ebraica - ha spiegato in una nota il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano -, ed in particolare gli ebrei Lgbti”. Il documento politico del Pride milanese parla infatti di “genocidio documentato perpetrato dal governo israeliano in Palestina”.
Il sindaco Sala: “Nulla è acquisito, combattere”
"Milano crede nella libertà perché ci crede la nostra Costituzione. Oggi non c'è sempre rispetto: non c'è in Ungheria, non c'è nella parte di una destra del nostro paese. Ma proprio perché sappiamo che non c'e', noi qui siamo a battagliare per i nostri diritti. Il pride per me è una pacifica lotta per la libertà, per cambiare in meglio il mondo". Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervenendo dal palco del Milano Pride. "Ho sentito tante stupidate sul Pride. Sarebbe divisivo? Qui non si divide nessuno, qui ci mettiamo insieme tutti. Abbracciatevi tutti e andiamo avanti perché tutti i diritti che abbiamo conquistato non sono per sempre - ha aggiunto - dalle città nasce il cambiamento. Sono stati i sindaci e le sindache che cominciando a trascrivere i figli delle coppie omogenitoriali hanno fatto cambiare le leggi e sappiamo che è nostro dovere farlo perché vediamo e sentiamo i nostri cittadini". "Siete - ha concluso Sala - una comunità gioiosa, dinamica, fantasiosa, creativa, attiva energetica e importante per Milano”.
Prima di salire sul palco, a margine del corteo, aveva commentato le parole di Roberto Vannacci, vice segretario della Lega, che durante un comizio nel Foggiano aveva detto “spendiamo 800 miliardi di euro e poi chi va a combattere al fronte? In Toscana recentemente c’è stato il Gay pride, ci mandiamo questi signori? Ditemelo voi”. Per Sala “è il vice segretario di un partito di governo, quindi ci sono tanti segnali e tentativi di grattare un po' la pancia a chi vuole farci tornare indietro. Certamente chi è di sinistra non guarda mai indietro, non ha nostalgie, deve saper vivere meglio la contemporaneità”, ha commentato il primo cittadino.
Sala si è detto dispiaciuto per l'assenza della comunità ebraica al Pride: “Li capisco, capisco che c'è paura ed è un peccato enorme. C'è il rischio di antisemitismo” dopodiché “sostengo che il governo Netanyahu sia una iattura ma sostengo anche che a Milano bisogna restare molto attenti”. Sala ha parlato anche dei cartelli 'Israeli not welcome' comparsi qualche giorno fa a Milano: “Alle 9.30 - ha spiegato il sindaco - i cartelli li avevamo già tolti tutti. Quindi ho preferito agire con tempestività e immediatezza. È un po' nel mio stile”.
Il concerto
Dalle 18, sotto l’Arco della Pace, prende vita l’evento di chiusura con la musica come protagonista.
I presentatori saranno Daniele Gattano, Edoardo Zedda e Marta Zoboli.
Sul palco si esibiranno diversi artisti famosi: Ambra Angiolini, BigMama, Levante, Sarah Toscano, Michele Bravi, Orietta Berti, Alexia, Sarafine, Mida, Romina Falconi, Alex Wyse, Italy Bares, Mille, Senza Cri, Antonia e Remon Karam, tutti a titolo gratuito. Il concerto sarà accessibile con sottotitoli in LIS, in streaming in diretta su YouTubee sul sito del quotidiano “Domani”.
Ci sarà anche un’area dedicata alle persone con disabilità. Anche il vicino Parco Sempione sarà coinvolto grazie a un sistema di delay audio che permetterà a chiunque di partecipare.

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