
Parsi Ogni “passaggio“ della nostra vita prevede movimenti di chiusura e apertura, con naturali momenti di crisi da separazione e...
Parsi
Ogni “passaggio“ della nostra vita prevede movimenti di chiusura e apertura, con naturali momenti di crisi da separazione e cambiamento e la necessità di elaborarne, poi, il lutto. Ciò riguarda sia la vita quotidiana e familiare sia il normale avvicendarsi dei cicli scolastici sia i passaggi da un grado di scuola ad un altro. Oppure, a motivo di trasferimenti dovuti al lavori dei genitori o ai loro rapporti. O, infine, per la necessità di correggere il percorso intrapreso cambiando scuola, compagni, insegnanti. Quale orientamento adottare per comprendere come adattarsi? L’indicazione ci giunge, prima che dalla psicologia, dall’antropologia culturale. In ogni comunità i passaggi sono accompagnati da rituali, che supportano l’integrità di chi li vive, dando spessore all’evento e tranquillizzando, perfino quando avvengono tramite prove psico-fisiche impegnative. Nel contempo, il rito riconduce alla comunità e lenisce il senso di solitudine che può accompagnare ogni distacco, cambiamento, trasformazione. Nel caso della scuola, poi, non si tratta solo del passaggio da una all’altra età ma da una all’altra comunità, con accentuato senso di sradicamento. Il passaggio scolastico andrà quindi ritualizzato e ricondotto ad una sfera comunitaria, in cui la persona che lo vive non faccia esperienza di solitudine. La discontinuità andrà ancorata ad una continuità affettiva, tramite un piccolo patrimonio della memoria. A tale scopo sono preziosissimi i vecchi quaderni delle dediche, in cui i compagni e gli insegnanti di un ciclo si salutano e lasciano tracce affettive reciproche. Si costituisce cioè una sorta di comunità del cuore, capace di lenire l’interruzione della comunità reale. Internet e i social network poi consentono oggi di mantenere le relazioni che, un tempo, invece, venivano, per la distanza, chiuse.