Studenti per la Palestina, alla Bicocca inizia lo sciopero della fame: “Chiediamo alla rettrice un incontro pubblico”

Due ragazzi si sono incatenati fuori dal rettorato: “Non è accettabile la complicità tra Italia, Israele e la filiera bellica, Iannantuoni prendi posizione”

Milano – Dopo l’acampada, lo sciopero della fame. All’università Bicocca di Milano gli studenti pro Palestina, che dal 15 maggio hanno messe le tende nell’ingresso di piazza Ateneo nuovo seguendo Statale e Politecnico, hanno deciso di fare (ancora più) sul serio. Due attivisti di Cambiare rotta (Dalia e Lorenzo) da ieri, mercoledì 22 maggio, sono in sciopero della fame. Hanno piazzato una tenda al quarto piano fuori dal rettorato, incatenati tra loro, annunciando lo "sciopero della fame" finché la rettrice Giovanna Iannantuoni non concederà loro un "incontro pubblico". Il tema è il rapporto dell’ateneo con le università israeliane, alla luce della guerra che Israele sta conducendo contro Hamas nella striscia di Gaza, che sta causando migliaia di vittime civili innocenti e che è sotto la lente della Corte penale internazionale. 

Lo sciopero della fame

"Dopo due mesi in cui abbiamo invano chiesto a più riprese alla rettrice Iannantuoni, nonché presidentessa CRUI, un incontro pubblico, e dopo settimane dall'inizio dell'intifada studentesca cui la rettrice ha risposto con un comunicato insoddisfacente e contraddittorio, si è deciso di incatenarci al rettorato e di iniziare lo sciopero della fame fino a quando la rettrice non ci concederà un incontro pubblico. Non è accettabile la complicità tra Italia, Israele e la filiera bellica, Iannantuoni prendi posizione!”: queste le parole che accompagnano l’iniziativa degli studenti. 

La lettera della rettrice

Oggi è prevista una seduta del Crui (la Conferenza dei rettori delle università italiane). In vista di questo incontro, la rettrice Iannantuoni ha diramato una risposta-comunicato che però, a ben guardare, parla ai colleghi e non agli studenti che la interpellano. Nella lunga e articolata lettera a colleghi e colleghe, la rettrice condivide “alcune considerazioni sul drammatico conflitto in Palestina e sul ruolo che il nostro e gli altri Atenei possono e debbono svolgere per contribuire alla costruzione della pace”. Iannantuoni poi promette di sottoporre alla Crui la proposta di chiedere un "cessate il fuoco immediato" a Gaza, ricordando che il ciclo d’incontri organizzato dall’ateneo proseguirà il 4 giugno con due ong "attive nell’assistenza umanitaria alla martoriata popolazione palestinese", annunciando che nel cda di oggi proporrà l’adesione al consorzio Unimed "di cui fanno parte otto università palestinesi" ("gli unici accordi che intratteniamo con università collocate nei territori occupati") e ad altre iniziative per sostenere finanziariamente studenti palestinesi. E promettendo che istituirà una commissione simile a quella della Statale per valutare gli accordi stipulati dalla Bicocca.

La mobilitazione continua

La protesta degli studenti, che chiedono agli atenei di sospendere gli accordi con le università israeliane di fronte a quanto sta accadendo nella striscia di Gaza (e non solo), prosegue. Oggi alle 17 al Politecnico ci sarà l'assemblea inter-acampade, un primo momento di confronto e di rilancio della mobilitazione studentesca. Alle 19 al Circolo di viale Monza 140 assemblea cittadina verso la manifestazione nazionale del primo giugno a Roma (contro il Governo Meloni).