SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano Bicocca, la rettrice su Gaza-Israele: “Sì all’Erasmus ai palestinesi, ma no ai boicottaggi”

Giovanna Iannantuoni guida la Bicocca ma anche la Crui nazionale, che ha aperto agli studenti e sottoscritto un documento di impegni: “Non ci schieriamo perché dobbiamo avere il coraggio di costruire la pace”

La rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e una protesta degli studenti della Statale contro la collaborazione con gli atenei israeliani

La rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e una protesta degli studenti della Statale contro la collaborazione con gli atenei israeliani

“Assumiamoci questa responsabilità: il confronto sia anche serrato, sotto ogni fronte, ma richiamiamo le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale io sono perfettamente allineata. Boicottare gli atenei israeliani è contrario ai principi di libertà e alla condivisione della ricerca". Giovanna Iannantuoni, presidente Crui e rettrice dell’università di Milano-Bicocca, riparte da qui e da un documento di impegni sottoscritto dai rettori italiani nella seduta di giovedì, la prima ad avere visto la partecipazione di una studentessa, Alessia Conti, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari.

Rettrice, qual è il clima in Crui?

"Ovviamente sono tutti molto preoccupati e inorriditi di fronte alla violenza che ha fatto seguito al 7 ottobre, con i morti nella Striscia di Gaza, la distruzione delle università palestinesi. La prima questione che ci sta a cuore è ripartire dai ragazzi che si trovano in quei luoghi, alle persone, che devono trovare futuro nella formazione, evitando che invece si radicalizzino. Diamo speranza a questi ragazzi".

Come?

"Un primo strumento concreto è Erasmus for Palestine. Ci impegniamo a promuovere borse di studio e corridoi privilegiati per gli studenti".

Come rispondete agli studenti delle “Acampade“, che chiedono prese di posizione più forti e la rescissione degli accordi con gli atenei israeliani?

"Che il nostro obiettivo è sempre questo: avere il coraggio di costruire la pace. Noi rettori siamo stati attaccati duramente anche su questo, perché non ci schieriamo. Ma in questo momento dobbiamo avere senso di responsabilità, chiedere di abbassare i toni e permettere a tutti di poter parlare, senza violenza, senza che ci sia sopraffazione".

Le porte della Conferenza dei rettori ieri sono state aperte per la prima volte a una rappresentante degli studenti. Un segnale?

"Abbiamo voluto che partecipasse anche la presidente nazionale del Cnsu, Alessia Conti, portavoce delle rappresentanze democraticamente elette in seno a tutti gli atenei, che avevamo già precedentemente incontrato: ero stata io da loro. L’ho invitata a portare le istanze degli studenti: con loro vogliamo parlare di borse di studio, housing, counseling psicologico. Anche della situazione israelo-palestinese e delle occupazioni degli atenei, ma in maniera franca e aperta. Non è stato un atto di cortesia, ma di senso: se dobbiamo disegnare il futuro del nostro Paese dobbiamo ripartire da loro".

Avete preso decisioni su come gestire le occupazioni d’ora in poi?

"No, anche perché in Crui sono rappresentati tanti atenei e in ciascuna città la situazione è diversa anche per motivi socio-storici. Ma mi auguro che questa nostra disponibilità al dialogo, mantenendo però punti fermi, trovi davvero ascolto in questi ragazzi. E che gli atenei siano resi di nuovo atenei, in modo da poter realizzare tutte le attività che continuiamo a rimandare. Voglio essere positiva".

Cosa chiede ai manifestanti in tenda?

"Il coraggio di trovare nel dialogo democratico il luogo giusto dove poter fare sentire le loro istanze. In questi giorni in tanti atenei si cominciano a vedere danni, ci sono stati episodi di violenza, come la rissa in Statale o quanto successo a Firenze (una stella di David, accompagnata da una scritta minacciosa, è stata trovata incisa sulla porta della stanza di un docente, ndr); non si sa ancora se siano coinvolti o meno gli studenti, ma cominciano a esserci episodi che non vanno bene".

Nella “sua“ Bicocca ci sono due studenti in sciopero della fame: li incontrerà?

"Certo. Ora sono a Roma, ma appena rientro li incontro come ho sempre fatto. Quello che chiedo però è la correttezza reciproca. Perché li abbiamo sempre ascoltati: gli esponenti di Cambiare Rotta sono venuti anche in Senato accademico, li abbiamo fatti parlare, hanno raccontato i loro punti. Siamo disposti a farlo tante altre volte. Ci deve essere però ascolto anche da parte loro. La libertà di espressione deve essere garantita a tutti, anche quando democraticamente si prendono decisioni che a loro non stanno bene. I rettori non sono organi monocratici, non sono super rettori che scelgono per tutti: sono gli organi accademici a farlo. E ci sono punti fermi: sul “no“ boicottaggio dei rapporti di ricerca con atenei di altri Paesi non torniamo indietro. È questo il punto, non solo di Bicocca, ma comune a tutti gli atenei".