
Il Comitato Tutela Identità del Territorio e del Paesaggio ha raggiunto i 700 iscritti
Mulazzano, 7 agosto 2925 maxiprogetto di agrivoltaico che dovrebbe sorgere nelle campagne tra Mulazzano, la frazione di Cassino d’Alberi e Zelo Buon Persico. Una mobilitazione partita dal basso e che da subito ha sollevato criticità e preoccupazioni sugli impatti che un impianto di tale portata provocherebbe sul territorio.
– Raggiunge i 700 iscritti il Comitato Tutela Identità del Territorio e del Paesaggio, da tempo impegnato nel contrasto alUna protesta pacifica che prosegue da mesi e che sta portando alla realizzazione di una rete di supporto e sostegno tra diversi comitati e associazioni in tutta Italia. Quello di Mulazzano e Cassino d’Alberi, capace di proporre una petizione sottoscritta da oltre 2.500 persone, sta da tempo collaborando con i comitati di Codogno, Novara e Lecco.
I numeri
Oltre un milione i metriquadri (116 ettari, come 196 campi da calcio) di terreni agricoli su cui è previsto l’innalzamento degli 86mila pannelli fotovoltaici, alti 4,5 metri e sorretti da altrettanti tracker (inseguitori) che scatteranno in contemporanea, con precise cadenze orarie, in modo da tracciare lo spostamento del sole.
Al di sotto, dei corridoi permetteranno la continuità di coltivazione dei campi messa in discussione dai membri del comitato, che non concordano con l’asserzione della società svizzera Sette srl, proponente del progetto, secondo la quale “non si registrerà perdita di fertilità né verrà ridimensionata l’attività o la redditività agricola”. Per i cittadini ne deriverebbe una compromissione del terreno, con calo della produttività.
“Dei 116 ettari di terreno, 86 saranno recintati per l’installazione dei moduli. Di questi, tra cavidotti, viabilità interna e cabine, verrà ridotta fortemente l’effettiva superficie agricola”, hanno spiegato nelle osservazioni presentate al ministero dell’Ambiente, dove al momento staziona il progetto per la procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ma a preoccupare sono anche l’inquinamento ambientale, il possibile innalzamento delle temperature, l’inghiottimento dell’unica strada ciclopedonale, che collega Mulazzano alla sua frazione, e le conseguenze che l’impianto - “grosso e impattante” a detta dello stesso proprietario - potrebbe avere sulla biodiversità di flora e fauna. Per il comitato, la proposta “appare più come un’operazione di facciata che come un reale progetto ecologico. Non siamo contrari alla transizione energetica, ma non può avvenire a discapito della salute, della storia e della vocazione agricola del nostro territorio”.