PAOLA ARENSI
Cronaca

Frecciarossa deragliato a Livraga, gli errori umani sotto la lente del processo

Diciotto ore di deposizione, in tre udienze, per il commissario della polizia ferroviaria Laurino. Si prosegue il 25 giugno con il controesame delle difese dei cinque imputati

Il Frecciarossa deragliato a Livraga

Il Frecciarossa deragliato a Livraga

Lodi – Ieri, nelle aule del Tribunale di Lodi, si è tenuta una nuova udienza del processo in corso per disastro ferroviario e duplice omicidio colposo a carico di quattro operatori e tecnici di Alstom Ferroviaria e di un dirigente di Rfi, a seguito del deragliamento, a 298 chilometri all’ora, del Frecciarossa 1000 Milano – Salerno, avvenuto, alle 5.30 del mattino del 6 febbraio del 2020, all’altezza di Livraga. Il disastro ferroviario era costato la vita ai due macchinisti Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese e Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello.

Gli errori umani su cui si ipotizzano colpe sono: l’inversione di due fili nella fabbrica Alstom durante il serraggio di una morsettiera, la mancata rilevazione dell’anomalia ai banchi prova aziendali e, infine, il mancato ultimo controllo visivo della posizione dello scambio da parte dei tecnici di Rfi che avevano montato a Livraga l’attuatore difettoso. Durante la precedente udienza, dagli esperti del ministero era stata auspicata l’adozione, su tutta la rete ferroviaria, di un circuito in più dedicato solo al controllo perché, per i tecnici, "l’adeguamento della logica di funzionamento dell’apparato centrale computerizzato, finalizzato a gestire in maniera opportuna le grandezze di controllo che governano il funzionamento del deviatoio, potrebbe evitare nuove stragi, riducendo drasticamente i margini di un eventuale errore umano".

Quella di ieri era la terza udienza in cui è stato sentito il commissario di polizia ferroviaria Angelo Laurino. In tutto, in tre volte, ha parlato circa 18 ore e ieri quindi dalle 10 alle 17, con pausa di un’ora. Ha ricostruito tutto quello che è stato fatto quella notte, soffermandosi su documenti e procedure interne di Astom e Rfi. Dopo le domande del pubblico ministero Giulia Aragno la mattina, la difesa ha iniziato il controesame. Le difese non hanno terminato il loro lavoro, proseguiranno il 25 giugno. Hanno ricostruito tutte le indagini fatte dalla Procura ed erano citati i due manutentori di Rfi che avevano installato l’attuatore telaio aghi del deviatoio e che avevano ottenuto il rito abbreviato e sono già stati condannati in primo grado, ma hanno fatto appello. Sono stati citati dal pubblico ministero come co-imputati, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.