Livraga (Lodi) – Prime condanne per il deragliamento del Frecciarossa che a Livraga, nel Lodigiano, nel 2020 costò la vita a due macchinisti. Si tratta dei due operai, a giudizio con rito abbreviato, che "montarono lo scambiatore difettoso". È una prima sentenza, in attesa che si apra, il 9 febbraio 2024, il processo ordinario per altri 5 imputati. La sentenza del gup del Tribunale di Lodi ha fissato in tre anni di reclusione ciascuno la pena per i due imputati.
La tragedia ferroviaria era avvenuta nel paese della Bassa, sulla linea dell’alta velocità, alle 5.30 del 6 febbraio 2020, appena pochi giorni prima dell’esplosione della pandemia Covid che avrebbe paralizzato l’Italia. La motrice del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno, il primo del mattino, mentre percorreva il tratto tra Ospedaletto Lodigiano e Livraga deragliò su un binario morto e finì rovinosamente contro una palazzina delle manutenzioni. La seconda carrozza si era ribaltata su un fianco, rimanendo però sui binari. Il resto del treno, invece, restò in linea. Dieci persone, tra le 32 che si trovavano a bordo in quel momento, erano rimaste ferite seriamente, mentre i due macchinisti - Giuseppe Cicciù, 51enne di Cologno Monzese (Milano), e Mario Dicuonzo, 59enne di Pioltello (Milano)- persero la vita sul colpo. E in aula a Lodi, alla lettura della sentenza, erano presenti le due vedove e alcuni parenti delle vittime alla lettura delle prime due sentenze.
Gli imputati a processo sono in tutto 14. Le ipotesi di reato comprendono l’omicidio colposo, le lesioni gravi colpose e il disastro ferroviario. Sono stati prosciolti gli ex amministratori delegati di Rfi, Maurizio Gentile, e di Alstom Ferroviaria, Michele Viale, insieme ad altri tre imputati. In tre invece avevano optato per il rito abbreviato, concluso ieri. E se il loro formatore è stato assolto, sono invece stati condannati i due operai che, secondo la ricostruzione delle indagini, coordinate dall’allora procuratore di Lodi Domenico Chiaro, poche ore prima del deragliamento, installarono, a propria insaputa, sullo scambio numero 5 del Posto movimento Livraga, un attuatore difettoso. Si tratta di un componente, prodotto un anno e mezzo prima da Alstom Ferroviaria a Firenze e che, durante gli accertamenti successivi alla tragedia, si era rivelato non conforme: era stata accertata un’inversione dei fili numero 16 e 18 nel cablaggio interno.
Contestualmente , al termine dell’udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio in cinque: in ambito Alstom, l’operaio interinale che si ritiene abbia effettuato il cablaggio errato, il 6 giugno 2018, e l’operatore del banco di collaudo, che firmò la scheda attestante la regolarità del prodotto, oltre a due quadri ritenuti responsabili dei processi di progettazione e di produzione di quel tipo di componenti. Sul fronte di Rete ferroviaria italiana è stato invece rinviato a giudizio un funzionario che risulta avesse la responsabilità di sovrintendere ai protocolli delle procedure di manutenzione degli scambi, nei quali, secondo l’accusa, quel tipo di difetto non era stato previsto.