LUCA PACCHIARINI
Cronaca

Frecciarossa deragliato a Livraga: sotto la lente la fase dei controlli

In tribunale la deposizione del commissario di polizia ferroviaria Angelo Laurino: superate le prove di collaudo, non si possono più fare verifiche sugli attuatori. Così avvenne l’incidente

Il Frecciarossa deragliato a Livraga, nel Lodigiano

Il Frecciarossa deragliato a Livraga, nel Lodigiano

Livraga (Lodi) – Il processo del deragliamento del Frecciarossa 1000 avvenuto a Livraga il 6 febbraio 2020 procede nella sua complessità. Ieri c’è stata una nuova udienza nel Palazzo di Giustizia di Lodi.

È stata ascoltata in aula la prosecuzione della lunga ricostruzione del commissario di polizia ferroviaria Angelo Laurino iniziata all’udienza precedente. Insieme al pubblico ministero Giulia Aragno è stato ricostruito ogni aspetto del deviatoio malfunzionante che ha portato all’incidente avvenuto nelle primissime ore di quel giorno quando il convoglio in servizio tra Milano e Salerno, sulla linea ad alta velocità, nei pressi di Livraga imboccò un binario morto deragliando, percorrendolo 650 metri fino poi a schiantarsi contro un fabbricato di cemento. Questo portò a 31 feriti e alla morte dei due macchinisti: Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese e Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello.

L’incidente fu causato da un errore in un componente dello scambio del posto movimento: un attuatore, installato nelle ore precedenti al passaggio del treno, era difettoso per un errore di cablaggio commesso in fase di assemblaggio. Montato il 16 giugno 2018, nell’officina Alstrom di Firenze, l’operaio M.C. avrebbe invertito i fili e così risultava orientato al contrario. Così il pezzo fu disposto per la deviata anziché che per il corretto tracciato, indirizzando i convogli in arrivo verso i binari di ricovero anziché quelli ad alta velocità. Ieri con il commissaro Laurino si è parlato di come veniva documentata l’attività di ispezione, è stata ricordata la lista di tutti i controlli che vengono fatti, dalla costruzione del pezzo all’ultimo collaudo, compresa la specifica di collaudo del 2019. È stata anche mostrata una foto di come il collaudatore deve fare i controlli del cablaggio e di come non si possa controllare l’attuatore dopo le prove di collaudo, poiché le scatole in cui sono assemblati i cavi vengono piombate e non possono più essere aperte; i controlli si fanno quindi solo su base documentale, cioè se il collaudatore ha compilato bene i documenti, cosa che era ben fatta.

Sono state poi ascoltate le telefonate tra gli addetti della centrale e gli operai impegnati quella notte al lavoro sui binari. Uno di loro in particolare aveva chiesto una ulteriore “movimentazione" del deviatoio, che lui precedentemente aveva sistemato mettendolo in direzione corretta, ma questa ulteriore movimentazione ha rimesso il deviatoio in modo sbagliato, cosa che può essere un’importante causa di incidente, sempre secondo la ricostruzione di Laurino.

La prossima udienza riprenderà da questo punto ed è prevista per il 4 giugno. Il collegio penale è presieduto da Angelo Gin Tibaldi ed a processo sono imputati un dirigente di Rfi e 4 tra manager, tecnici e operai di Alstom Ferroviaria per le ipotesi di disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo.