Buscate (Milano), 6 agosto 2025 – Una volpe urtata con ogni probabilità da un’auto e trovata ferita sul ciglio della provinciale è stata salvata dagli agenti della Polizia metropolitana di Milano. La segnalazione, questa notte, è arrivata da alcuni cittadini, che hanno notato l’animale selvatico sulla carreggiata della provinciale 117, nel territorio del Comune di Buscate, nell’Alto Milanese, visibilmente ferito e incapace di muoversi, ma ancora vivo. Quasi sicuramente investito da un veicolo che col buio nella notte non si è accorto dell’animale mentre questi stava attraversando la strada.

Cure amorevoli
Una volta dato l’allarme, è intervenuta la pattuglia specializzata assieme ai veterinari dell’Ats. L’animale, dopo le prime cure, e una volta appurato che poteva essere salvato e non presentava ferite profonde o fratture esposte, è stato sedato e portato al Cras, il Centro di recupero degli animali selvatici, presente all’interno dell’oasi di Vanzago. Gli sono stati riscontrati diversi traumi e contusioni, ma una volta che sarà stato curato e si sarà completamente ristabilito verrà rimesso in libertà.

L’oasi di Vanzago
Il Cras di Vanzago, all’interno dell’oasi gestita dal Wwf, è un punto di riferimento essenziale per tutto il territorio e per la fauna selvatica che vi gravità dal 1995, quando è stato aperto, ed è operativo 365 giorni l’anno. Nonostante, infatti, ci si trovi all’interno di un'area densamente abitata, nell’Alto Milanese ci sono tre parchi protetti – il Roccolo, l’Alto Milanese e quello regionale della Valle del Ticino – dov’è presente una ricca fauna.
Il pronto soccorso degli animali
Per la maggior parte si tratta di volatili, come rondoni, merli e gufi, ma ci sono anche tanti ricci, scoiattoli, caprioli e tassi. "Gli esemplari del centro non provengono soltanto dai boschi circostanti – raccontano i responsabili del Cras –: grazie alla sensibilità di chi ha a cuore la Natura, gli animali feriti giungono da tantissimi luoghi diversi del Nord Italia, tanto che il Cras di Vanzago è diventato un vero punto di riferimento per le specie in pericolo”. Ogni anno infatti sono oltre 4mila gli animali che ricevono le cure del centro di cui più della metà sono tornati liberi in natura.