CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Ogni dairaghese consuma 228 litri d’acqua al giorno

Con l’estate nel Legnanese è tornata a salire la sete d’acqua. Ma quanta se ne consuma davvero ogni giorno?...

Con l’estate nel Legnanese è tornata a salire la sete d’acqua. Ma quanta se ne consuma davvero ogni giorno?...

Con l’estate nel Legnanese è tornata a salire la sete d’acqua. Ma quanta se ne consuma davvero ogni giorno?...

Con l’estate nel Legnanese è tornata a salire la sete d’acqua. Ma quanta se ne consuma davvero ogni giorno? E, soprattutto, quanta se ne spreca? Il 2025, pur senza i livelli di emergenza vissuti nell’estate bollente del 2022, fa comunque registrare un’impennata nei consumi idrici domestici. A offrire un quadro preciso della situazione è il Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che ha stilato una mappa dettagliata comune per comune. Il risultato? In vetta alla classifica dei consumi c’è Dairago, con una media giornaliera pro capite di ben 228 litri d’acqua. Un dato che fa riflettere, soprattutto se paragonato a quello registrato nel comune più virtuoso: Rescaldina, che si attesta sui 180 litri al giorno per abitante. Una differenza di quasi 50 litri, equivalente a una doccia lunga o a quattro lavatrici a settimana. Ma la mappatura non si ferma ai numeri grezzi. Cap ha rilevato anche il numero di utenti serviti, i volumi erogati e i trattamenti effettuati nei 60 pozzi attivi sul territorio. Il tutto per offrire un quadro sempre più preciso e trasparente sulla qualità dell’acqua.

La rete che serve i Comuni del Legnanese è estesa e articolata: oltre 800 chilometri di tubazioni e più di 60 pozzi, circa la metà dei quali dotati di sistemi di potabilizzazione. Ma anche dove non è necessario alcun trattamento, l’acqua che arriva nelle nostre case è controllata, buona e sicura. Lo confermano le analisi di Cap che evidenziano la presenza di sali minerali e sostanze disciolte in quantità ottimali. Non solo. In tutto il comprensorio sono presenti 17 casette dell’acqua – una per ogni comune e in alcuni casi anche di più – che distribuiscono acqua di rete naturale e frizzante, sottoposta a controlli mensili. Un’alternativa economica e sostenibile alle bottiglie di plastica. Ma se i consumi crescono, c’è ancora un problema che affligge la rete idrica: la dispersione. Ovvero, quanta acqua va letteralmente persa prima ancora di arrivare ai rubinetti. I dati Istat parlano chiaro: oltre il 20% dell’acqua immessa in rete non arriva mai a destinazione. In alcuni comuni, come Busto Garolfo, Nerviano e San Giorgio su Legnano, la dispersione supera addirittura il 32%. Solo pochi virtuosi – Canegrate, Cerro Maggiore, Parabiago e Villa Cortese – riescono a contenere le perdite sotto la soglia del 15%. La buona notizia è che il trend è in miglioramento. Nella Città metropolitana di Milano la dispersione è scesa sotto il 20%, un traguardo importante rispetto al dato nazionale, che resta altissimo: oltre il 42%. L’obiettivo fissato da Cap per il futuro è ambizioso, ma non irrealizzabile: scendere sotto il 15% di perdite idriche entro il 2033.

Christian Sormani