ROBERTA RAMPINI
Cronaca

All’oasi Wwf di Vanzago. Un pronto soccorso per gli animali selvatici

L’ultimo arrivato è stato un picchio, ma ci sono anche serpenti e conigli. Tutti curati al Centro di recupero aperto 365 giorni e gestito da 60 volontari.

L’ultimo arrivato è stato un picchio, ma ci sono anche serpenti e conigli. Tutti curati al Centro di recupero aperto 365 giorni e gestito da 60 volontari.

L’ultimo arrivato è stato un picchio, ma ci sono anche serpenti e conigli. Tutti curati al Centro di recupero aperto 365 giorni e gestito da 60 volontari.

L’ultimo arrivato è stato un Picchio verde che aveva un trauma da impatto alla spalla sinistra. Dopo qualche giorno di terapie, alimentazione e riposo, è tornato libero. Come tutti gli anni, con l’inizio della primavera, vengono portati tantissimi pulli di germano reale, una delle anatre più diffuse. "Si tratta di una specie sempre più urbana e confidente, abituata a nidificare e frequentare ambienti antropizzati ed ostili, andando così incontro ai pericoli della città - spiegano i volontari -, ma quando si incontra mamma germano con i suoi anatroccoli é fondamentale non agire d’istinto, bisogna avere la consapevolezza di come intervenire".

Sono alcune delle storie quotidiane del Cras Centro Recupero Animali Selvatici situato all’interno dell’Oasi del Wwf di Vanzago, a pochi chilometri da Milano. Un vero e proprio pronto soccorso dove 365 giorni all’anno, 60 volontari, un medico veterinario Stefano Raimondi e il coordinatore Ciro Scafa, si prendono cura con grande professionalità e passione di tutti gli animali selvatici feriti trovati e raccolti dai cittadini, Enpa, carabinieri forestali e non solo, del capoluogo, ma anche delle province di Varese, Como, Monza e Brianza.

Lo scorso anno il Cras si è occupato di 4.679 animali, di questi 1790 animali sono stati rimessi in libertà nella dopo le cure mediche, 917 non ce l’hanno fatta e sono morti in 24h, altri dopo qualche giorno e qualcuno è ancora in struttura (circa 185). Il Cras è stato aperto più di trent’anni fa, grazie al lascito dell’imprenditore Ulisse Cantoni. Nell’ara, dove una volta Cantoni aveva la sua riserva di caccia e un tempo si sparava agli animali per divertimento, ora c’è un’oasi a loro dedicata, proprietà del Wwf, all’interno di 140 ettari di naturale bellezza alle porte di Milano. "Quando il Cras ha aperto in media venivano curati 300 animali all’anno, nel 2010 quando sono arrivato gli animali erano circa 2000, adesso siamo vicino ai 5.000 animali - racconta il coordinatore - è cambiata molto la sensibilità delle persone nei confronti degli animali, c’è molta condivisione e ormai tutti sanno a chi portare l’animale. Ma non sempre è corretto intervenire sulla fauna selvatica, magari è un cucciolo di animale che sembra abbandonato dalla madre e invece la madre è andata alla ricerca di cibo per lui, in questi casi sarebbe meglio lasciarlo nel suo habitat. Per evitare errori basta chiamare il Cras per chiedere informazioni su come comportarsi".

Storie e numeri, i ricci sono i più numerosi (ben 885), seguiti dai rondoni (501), germano reale (485) e merli (449). Come sempre gli uccelli rappresentano la classe più numerosa con 3420 esemplari, seguiti dai 1218 mammiferi. Nel 2024 sono stati consegnati anche 34 rettili, oltre 200 pipistrelli, 21 conigli selvatici, 13 volpi, cinque caprioli. C’è anche chi torna, è la storia di una Poiana che è stata consegnata al Cras proprio il giorno di Santo Stefano, inanellata e rilasciata a inizio 2024, a distanza di 10 mesi é nuovamente ricoverata presso il nostro centro - si legge sui social - Non capita di frequente di ritrovare a distanza di mesi o anni animali già curati, ma quando succede c’è sempre la sensazione di aver ritrovato un vecchio amico, la soddisfazione di avergli garantito una seconda possibilità, ma anche lo sconforto nel ritrovare un animale tanto sfortunato. L’anello metallico applicato sulla zampa ci ha permesso questo riconoscimento".

Per reclutare nuovi volontari ogni anno viene organizzato uno stage per il recupero della fauna. L’ultimo, che si è concluso pochi giorni fa, ha visto la partecipazione di 70 persone. Cure mediche, ma non solo. Il Cras in collaborazione con Ats e l’Università degli Studi di Milano partecipa anche al monitoraggio di malattie o altri progetti. "Stiamo facendo uno studio ortopedico sui rapaci che arrivano con fratture - spiega il veterinario Raimondi - recuperare un rapace è sempre una sfida, una delle più difficile, quindi è fondamentale avere più informazioni e dati possibili".