
Manuel Marchiori durante il viaggio missionario in Kenya con suor Jaini e il parroco don Giovanni Patella
Busto Garolfo (Milano), 20 luglio 2025 – Classe 2001 un diploma in accoglienza turistica in tasca, dipendente comunale da qualche anno, a partire dal prossimo settembre Manuel Marchiori lascerà la famiglia e la parrocchia di Busto Garolfo per entrare in seminario e intraprendere la strada verso il sacerdozio. Una scelta singolare al giorno d’oggi, nell’ultimo ventennio la Diocesi di Milano ha assistito a una progressiva riduzione del numero di sacerdoti passati dai 2200 del 1998 ai 1737 del 2025; quasi cinquecento preti in meno a disposizione dell’immensa Arcidiocesi Ambrosiana.

Una tendenza che non accenna a diminuire e che entro il 2040 potrebbe far calare il numero di preti diocesani a circa un migliaio. Una scelta che comporterà inevitabilmente dei sacrifici: cinque anni di studi religiosi e teologici, durante i quali verrà “testata” la forza e la solidità della sua vocazione, ai quali se ne aggiungeranno due di studio del latino e del greco che Manuel non conosce non avendo alle spalle studi classici.
Il contatto con gli altri
"La mia non è stata una vocazione improvvisa – spiega Manuel – i genitori mi hanno aiutato ad avvicinare il mondo della parrocchia e dell’oratorio e da anni collaboro con i sacerdoti nella pastorale educativa”, dice convinto. La scelta della scuola alberghiera come percorso professionale però lo aveva indirizzato da tutt’altra parte.
"Ho sempre avuto il desiderio di
coltivare relazion i – racconta Manuel – di non vivere isolato ma di confrontarmi con gli altri. Da piccolo per ragioni mediche ho vissuto lunghi periodi lontano dai contatti con le altre persone, le uscite con gli amici, i momenti di ritrovo, per me sono stati tabù per anni. Ho scelto quindi una scuola che mi permettesse d’incontrare tanta gente perché ho capito di aver bisogno del contatto con le persone”.
"Il valore dell’ascolto”
Prima qualche lavoretto part-time poi l’assunzione alle poste e infine l’occupazione in Comune a
Busto Garolf o, Manuel però cercava altro. "Non è semplice fare scelte di questo tipo al giorno d’oggi. Il mondo che ci circonda è invaso da un mare di parole dette, urlate ma raramente sussurrate. Quello che ho imparato in questi anni è il valore dell’ascolto, cosa che ormai fanno in pochi. Ascoltare e ascoltarsi è la via su cui ho costruito il mio percorso”.
Figlio unico con il posto fisso nella pubblica Amministrazione: una garanzia per il futuro a cui però Manuel ha deciso di rinunciare. Una scelta che in famiglia hanno accolto senza nessuna particolare resistenza. “Devo sempre ringraziare i miei genitori per avermi sostenuto nei momenti difficili, anche in questo caso dove la scelta è importante mi hanno aiutato a viverla serenamente e di questo gliene sarò sempre grato”. Andare in seminario è un po’ come partire, lasciare le amicizie e la propria terra.

L’oratorio nel cuore
“Non è facile dopo tanti anni di animazione in oratorio, mi passano davanti i volti di tutti i ragazzi che ho aiutato a crescere nella fede e con cui ho condiviso esperienze belle”. Oratorio che alla fine è stata proprio la miccia che ha acceso la vocazione. “Durante l’adolescenza era l’ambiente dove mi sentivo felice, e più che il luogo, erano le persone che incontravo, e soprattutto la fede di chi mi stava accanto, che mi facevano stare bene. E quindi mi sono detto “perché no?”, perché non fare il salto di qualità e dedicare la vita ai giovani e all’oratorio?”. Come vorresti che fosse il don Manuel di domani? “Un sacerdote capace di ascoltare, il tema dell’ascolto è per me molto importante e vorrei diventare un sacerdote capace di dedicare sempre tempo all’ascolto degli altri siano essi grandi o bambini”.