
Don Amilkar e don Davide
Merate (Lecco), 7 giugno 2025 – Distesa di campane a festa a Merate e a Cassago Brianza per don Amilkar e per don Davide, preti novelli, ordinati quest'oggi sacerdoti in Duomo a Milano dall'arcivescovo monsignor Mario Delpini. Domani i due novelli sacerdoti celebreranno la loro prima messa nelle parrocchie di origine, mentre giovedì prossimo, insieme ai loro 9 compagni di seminario e di messa, conosceranno la destinazione presbiterale durante una cerimonia in Curia.
Don Amilkar
Don Amilkar Naranjo ha 32 anni. È originario dell'Ecuador ma dal 2006 vive a Merate. Un cammino non facile il suo: gli studi abbandonati, il lavoro come operaio, poi la ripresa in mano dei libri e il diploma, la crisi spirituale. “Il mio percorso non è stato lineare – racconta don Amilkar -. Dopo tre anni di studi ho sentito il bisogno di prendermi una pausa. Ho iniziato così a lavorare come operaio in diversi ambiti, dove ho toccato con mano la fatica e la bellezza del mondo del lavoro. Poi ho deciso di riprendere in mano i libri, ottenendo il diploma come tecnico informatico”.
Durante un ritiro spirituale ha avuto inizio una profonda riscoperta della fede, che da tempo aveva messo da parte. Lo ha aiutato don Alberto Vitali, parroco di Santo Stefano dei Migranti a Milano, che lo ha guidato in cammino di discernimento che, con il tempo, lo condotto a bussare alle porte del seminario. “In quell’incontro con il Signore è iniziata la mia conversione, la stessa che mi ha condotto alla parrocchia di Santo Stefano dei Migranti a Milano. Le parole del Vangelo hanno fatto nascere in me una scelta radicale. In seminario ho scoperto una Chiesa che accoglie, sostiene e cammina con te: una vera ''Chiesa dalle genti''. Sebbene non sia nato in terra ambrosiana, oggi mi sento pienamente parte di questa Chiesa”.
Don Davide
Don Davide Zilioli ha 29 anni ed è di Cassago Brianza, sempre in provincia di Lecco: “Sono entrato in seminario nel 2018, dopo aver frequentato un istituto tecnico e un’esperienza lavorativa in un’azienda edile – ripercorre la sua storia -. È stata per me un’esperienza importantissima, amavo molto il mio lavoro ed ero davvero contento di quello che facevo. Un’altra mia grande passione è la montagna, che mi ha insegnato molto: un luogo maestoso, che richiede fatica e dedizione, ma che allo stesso tempo ti ripaga con paesaggi mozzafiato. Oltre a tutto questo, ho frequentato l’oratorio del mio paese, dove ho fatto l’educatore ed è stato per me un luogo importante, perché è dove con più intensità sono nato alla vita. In tutto questo, ho capito che Gesù mi chiamava a fare altro. Non è stata una scelta facile: decisivo è stato il sostegno di un prete che mi è stato vicino e mi ha aiutato nel mio discernimento. Poi, una volta entrato in seminario, ho approfondito ciò che provavo andando ai fondamenti della mia fede. Mi sembra di poter dire così: sono entrato in seminario perché mi piaceva fare delle cose, ci sono invece rimasto perché ho approfondito e scoperto sempre più l’amore per il Signore Gesù e per la sua Chiesa”.