Legnano (Milano), 12 settembre 2025 – Sport e diritti umani sono legati intimamente. In fondo lo sport fin dall’antichità è stato un modo di venire a patti attraverso regole condivise con la tendenza alla competizione e all'aggressività insita nell'essere umano. Dallo “scontro” può quindi nascere l'”incontro”, dalla volontà di prevaricare può scaturire il confronto ad armi pari. Nella storia innumerevoli sono poi gli esempi positivi e negativi di come lo spirito sportivo sia stato strumento politico e sociale. Olimpiadi e Mondiali hanno acceso i riflettori su governi autoritari.

Dalle sanzioni al razzismo
L'esclusione dalle competizioni più importanti di alcuni Stati è stata usata dalla comunità internazionale come forma di pressione politica per chiedere il rispetto dei diritti umani. Le
Paraolimpiadi hanno avuto un ruolo centrale nel promuovere lo sport come strumento di inclusione e miglioramento della qualità della vita dei disabili. Le sanzioni nei confronti delle società sportive hanno arginato la piaga del razzismo tra le tifoserie. E d'altra parte troppo spesso l'avidità e gli interessi di affaristi e governi corrotti e opachi hanno fatto sì che venissero calpestati i diritti dei lavoratori o devastati interi territori pur di vedersi assegnati Olimpiadi o campionati mondiali. E che dire di autocrati fondamentalisti che proibiscono alle donne la pratica sportiva arrivando a ucciderle per punirle?
L’appuntamento al Castello
Di questo e molto altro si parlerà domenica 14 settembre a partire dalle 17 al Castello di Legnano, nell’incontro organizzato da Amnesty Italia nell’ambito della rassegna Attiva-mente. Di primo piano i relatori: dopo l'introduzione di Antonella Stelitano (“Lo spirito olimpico per la promozione della pace e dei diritti umani”), interverrà Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, autore di numerosi volumi e collaboratore di importanti testate; non meno interessante il contributo di Valerio Moggia, dal 2017 autore del programma “Pallonate in faccia”, sito che si occupa di temi politici, sociali e storici legati al calcio, collaboratore di siti e testate e autore di diversi saggi, tra cui “Il calcio è politica. Lo sport come antidoto al nazionalismo”.
Preziosa anche la testimonianza di Viola Varin, che parlerà del progetto West Climbing Bank, campagna lanciata dall'associazione palestinese Laylac per promuovere l'arrampicata tra i bambini e i ragazzi in Cisgiordania.