Dieci mesi di Covid-19: il 2020 dai primi casi di Rescaldina ai vaccini a Legnano

L'Altomilanese ha "scoperto" il Sars-cov2 a fine febbraio, poi è passato attraverso il dramma delle rsa e la speranza data dal vaccino

Covid-19, i tamponi a Legnano

Legnano - Emergenza Coronavirus Covid-19 nella foto tamponi per la positivita' al virus foto Roberto Garavaglia.

Legnano (Milano), 31 dicembre 2020 - Dieci mesi di covid-19. L’Altomilanese ha da poco tagliato questo poco gioioso, ma sicuramente da ricordare, traguardo. Era infatti il 25 febbraio quando per la prima volta il coronavirus - all’epoca praticamente nessuno si riferiva alla malattia con il suo nome scientifico né tantomeno al virus con il nome specifico ovvero Sars-cov2 - ha bussato alle porte dei Comuni dell’Altomilanese.

I primi due casi sono stati infatti resi noti il 25 febbraio a Rescaldina: si trattava di un medico del paese, ma operante ad Alzano Lombardo nella Bergamasca, e di un suo parente. I due uomini erano stati subito ricoverati all’ospedale di Legnano, dal quale sono stati dimessi pochi giorni dopo in buone condizioni. Quelli di Rescaldina sono però stati purtroppo i primi di una lunga serie di casi di contagio da Sars-cov2 in tutto il territorio.

A pagare il prezzo più alto sono state le residenze sanitarie per anziani, in particolare la rsa Sant’Erasmo di Legnano. Proprio lì all’inizio di aprile si è verificato il primo decesso di un operatore in tutto il territorio. Nel frattempo, però, è stato proprio l’Altomilanese a dare un contributo fondamentale alla battaglia contro il coronavirus: Alessia Lai, ricercatrice di Parabiago, ha svolto un ruolo chiave nell’isolamento del ceppo italiano del virus insieme alla squadra di scienziati dell’ospedale Sacco di Milano. Era la fine di febbraio quando proprio il talento parabiaghese e le altre ricercatrici hanno fanno nascere la speranza negli italiani. A giugno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha insignito Alessia Lai del titolo di Cavaliere.

Mentre la ricerca continuava a fare passi avanti, il territorio cercava di difendersi dal costante aumento dei contagi. Quello di Cisliano, nell’Abbiatense, è stato il primo Comune di tutta la zona a decidere di mettere a disposizione dei cittadini test sierologici, innescando peraltro non poche polemiche con Regione Lombardia e Ats. L’unica isola felice durante la prima ondata di covid-19 è sembrata essere la rsa di Morimondo, dove operatori e anziani ospiti hanno convissuto senza contatti con l’esterno per diverse settimane innalzando di fatto in questo modo un muro invalicabile contro la malattia.

Come è avvenuto nel resto d’Italia, l’estate ha portato con sé una notevole diminuzione del numero di nuovi positivi e proprio in estate a balzare agli onori delle cronache è stato il paese di Vanzaghello, la cui cittadinanza per prima in tutta la zona è stata sottoposta a uno screening volontario per capire il “comportamento” del coronavirus. Con l’arrivo dell’autunno la situazione si è complicata di nuovo e i contagi sono tornati a salire in tutta l’area del Legnanese, Castanese, Magentino e Abbiatense mietendo anche diverse vittime.

La campagna vaccinale è però iniziata negli ospedali di Legnano e Magenta, portando con sé la speranza e le aspettative che solo il vaccino contro il Sars-cov2 sa generare in tutta la cittadinanza. Un 2020 che si è aperto in modo terribile, ma che si è chiuso con la speranza che la fine dell’incubo possa essere davvero più vicina.