
Le violenze sessuali avvenute in studi medici e ambulatori
Milano – Una ragazza si era presentata nell’ambulatorio per una visita medica necessaria per l’esenzione dal lavoro, dovuta a una patologia di cui soffriva. Altre si sono rivolte alla guardia medica per sintomi influenzali e malesseri, come pressione alta, tachicardia o dolori all’addome. E le visite, all’improvviso, si trasformavano in un incubo, tra pesanti molestie e abusi sessuali spacciati come atti necessari per un corretto controllo.
Chi è il medico condannato
Il medico 42enne Eric Knack Azangue, originario del Camerun e laureato all’Università dell’Insubria, è stato condannato a 10 anni di reclusione per violenze sessuali aggravate nei confronti di nove giovani pazienti, avvenute in ambulatori del servizio di continuità assistenziale a San Giuliano, a San Donato Milanese e a Milano, in piazzale Bande Nere e in via Monte Palombino, zona Santa Giulia.
Il gip Luigi Iannelli, che ha accolto la richiesta di condanna formulata dalla pm Alessia Menegazzo nel processo con rito abbreviato, ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione per due anni dall’esercizio della professione.
I risarcimenti alle vittime
Per le nove donne, che si sono costituite parti civili assieme all’Ats, sono state anche stabilite provvisionali tra 20mila e 30mila euro a seconda delle posizioni, come anticipo sul risarcimento. Vittime di un “violentatore seriale privo di freni inibitori”, secondo la formulazione dell’accusa, che portano ancora sulle spalle i traumi. Una donna, ascoltata nei mesi scorsi con la formula dell’incidente probatorio, ha spiegato di essere rimasta “quasi pietrificata” dopo l’accaduto. Un’altra ha attraversato un periodo di depressione e insonnia, un’altra ancora è stata costretta a ricorrere ai tranquillanti e a un percorso psicologico per superare il trauma subito.
"Grave atteggiamento processuale”
“Nel processo sono emerse gravi condotte simili nelle loro modalità”, spiega l’avvocato Giovanni Francesco Lombardo, dello studio legale Casale-Cicu-Lombardo, legale di una delle vittime, che subito dopo le molestie aveva presentato una segnalazione all’Ats. “Riteniamo grave anche l’atteggiamento processuale dell’imputato – prosegue – che oltre a non mostrare alcun segno di resipiscenza ha cercato in alcuni casi di addossare le colpe alle vittime”.
"Metodi fraudolenti e repentini”
Esprime soddisfazione per la sentenza anche l’avvocato Andrea Prudenzano, legale di un’altra donna. Il medico, residente a Varese, assistito dagli avvocati Giancarlo Mariniello e Antimo Giaccio, aveva respinto le accuse, presentando anche una consulenza che, secondo la difesa, dimostrerebbe la correttezza del suo operato. Si sarebbe invece servito di “metodi fraudolenti e repentini”, secondo l’accusa, per superare la “resistenza” delle vittime, che infine lo hanno denunciato, dando il via alle indagini. Il medico, tra l’altro, per una vicenda simile era già stato portato a processo due anni fa e poi assolto con rito abbreviato. I racconti messi a verbale dalle vittime hanno descritto uno schema fisso, che si sarebbe ripetuto più volte. Identiche pure le reazioni delle donne, sotto choc per quelle visite mediche trasformate in un incubo.