Alessia Lai, da ricercatrice precaria a cavaliere

La dottoressa parabiaghese scelta da Mattarella come uno degli “angeli“ del Covid: per lei e le colleghe solo contratti a termine

Alessia Lai (al centro) con le colleghe ricercatrici Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli

Alessia Lai (al centro) con le colleghe ricercatrici Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli

Parabiago (Milano), 4 giugno 2020 - Cavaliere al merito della Repubblica italiana e al tempo stesso precaria. Non è cambiato molto per la parabiaghese Alessia Lai, quarant’anni, scienziata del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche dell’ospedale milanese “Luigi Sacco“ – il polo universitario di riferimento è quello della Statale – da quando ha contribuito insieme alle colleghe, anch’esse precarie, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli a isolare il ceppo italiano del coronavirus, l’A2. Una scoperta dal valore scientifico straordinario, giunta a fine febbraio e frutto di ricerche e analisi sulle sequenze molecolari portate avanti senza sosta e interruzioni sette giorni su sette. Chiusi, quasi “sequestrati“ Alessia e i suoi colleghi, all’interno del laboratorio bunker del Sacco.

Per lei e per Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, ma anche per l’unico collega maschio (nativo della Polonia) del team, Maciej Stanislaw Tarkowski, e per i professori Claudia Balotta e Gianguglielmo Zehender, la mattina di ieri è cominciata con "l’emozione inaspettata di ricevere la comunicazione dell’onorificenza conferita dal capo dello Stato – racconta Alessia con la voce di chi sta vivendo un momento eccezionale ma strameritato –. Né io né Annalisa o Arianna ne avevamo la minima consapevolezza. Nessuno ci aveva detto nulla. È stata una piacevolissima sopresa. Fossero tutte così le sorprese ci metterei la firma...".

Peccato , però, che la prestigiosa nomina non abbia portato in dono quei significativi cambiamenti sul fronte della stabilizzazione della carriera che Alessia, quarant’anni, Annalisa e Arianna stanno aspettando. Per Alessia arriverà, questo sì, un nuovo contratto. A tempo determinato. "A fine aprile ho fatto un concorso per titoli come ricercatrice universitaria e da pochi giorni ho saputo d’averlo superato. Ma si tratta sempre di un ruolo a termine. La durata è di tre anni. Cosa mi aspetto adesso? Intanto attendo la telefonata per andare a firmare il contratto, e in prospettiva di realizzare il mio sogno che è quello di diventare docente universitaria. L’abilitazione ce l’ho già. Vorrei insomma continuare il mio percorso accademico. Lo sto facendo ormai da quindici anni e quindi mi auguro di progredire". Alessia, Annalisa e Arianna sanno di avere scelto una carriera non facile né breve, dove il posto fisso non è mai dietro l’angolo. "I fondi per la ricerca sono sempre di meno e i nostri stipendi gravano su quelli – sottolinea –. Diventa un problema quando perdi persone valide perché non hai più i soldi con cui pagarle. Io comunque non ho intenzione di andare a lavorare all’estero. Voglio restare qui".

La notizia del concorso vinto e del riconoscimento di Mattarella si accompagnano a una situazione epidemiologica migliore – per numero di contagi e di decessi – rispetto a quella solo di un mese fa. "È vero: i numeri sono buoni, c’è un po’ più di respiro. Ma non va abbassata la guardia. Il virus c’è ancora. Ed è anche azzardato in questo momento fare previsioni su una sua “scomparsa“ – ammette Alessia – o su eventuali nuove ondate in autunno. Continuiamo a mantenere tutti i dispositivi di protezione". E per i doverosi festeggiamenti assieme agli amici? "Beh, non ci abbiamo ancora pensato..." si schermisce. Chissà. Forse una cena in grande stile in qualche trattoria tipica romana, quando saranno ricevute al Quirinale, ci scappa.