
Caccia: è battaglia sulla possibilità di sparare nei valichi montani (Archivio)
Milano, 13 giugno 2025 – Caccia in 475 valichi montani lombardi: il Consiglio di Stato conferma lo stop imposto dal Tar. L’organismo di secondo grado della giustizia amministrativa ha respinto con un’ordinanza l'istanza cautelare di Regione Lombardia sul tema, rimandando il tema alla decisione di merito del 9 ottobre.
Il Pirellone aveva chiesto la sospensione della sentenza del Tar, in attesa dell’esito del ricorso successivo alla decisione di primo grado.
La scelta del Consiglio di Stato è accolta con reazioni di senso opposto. La giunta Fontana con l’assessore alla partita si dice delusa (così come le associazioni venatorie), opposizione e ambientalisti, invece, esultano. Il tema, per altro, si è rivelato assai divisivo nel centrodestra, dato che in occasione di una votazione a scrutinio segreto sul tema la maggioranza è andata sotto per due volte, causa franchi tiratori.
La giunta
La comunicazione della decisione dei magistrati amministrativi è arrivata con una nota diffusa dalla Regione Lombardia. "In via generale - commenta l'assessore regionale all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi - Regione Lombardia evita di commentare le decisioni della Magistratura. Tuttavia, di fronte a un provvedimento che conferma il divieto di caccia su 475 valichi montani lombardi, non possiamo esimerci dal rilevare come tale scelta comporti una responsabilità che non è solo di natura giuridica, ma anche sociale, territoriale e ambientale”.

Ad avviso dell’esponente della giunta Fontana, “si stanno calpestando i diritti del mondo venatorio, che - fino a prova contraria - esercita un'attività lecita e regolamentata. Ancora più grave è il fatto che il divieto riguardi anche la caccia agli ungulati, proprio mentre il contenimento della fauna selvatica, in particolare del cinghiale, rappresenta un'esigenza sanitaria e ambientale prioritaria".
L’irritazione
L’assessore paventa ricadute dalla decisione del Consiglio di Stato anche sulla situazione della Peste suina africana."Negare l'attività di contenimento in aree montane - prosegue l'assessore Beduschi - significa depotenziare ogni sforzo per fermare la diffusione della peste suina africana, una minaccia reale per una regione che alleva oltre il 50% dei suini italiani. Colpisce infine - conclude - leggere nella motivazione dell'ordinanza che 'non vi sarebbe prova del fatto che i cinghiali presenti nei valichi montani siano portatori di Psa': una valutazione che lascia sinceramente sconcertati, perché nulla impedirà comunque a cinghiali infetti presenti oggi in Lombardia di compiere anche il percorso contrario, dai nostri valichi verso l'esterno. Si tratta anche di avere senso di responsabilità nei confronti dei territori confinanti e in questo modo ci viene impedito".
L’opposizione
C’è soddisfazione, invece, nelle file dell’opposizione. “In attesa di conoscere l’esito del ricorso, arriva un'altra pesante bocciatura per le politiche venatorie del centrodestra lombardo – afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pollini – Respingendo l’istanza cautelare, attraverso cui Regione Lombardia chiedeva la sospensione della sentenza valichi, proprio in attesa dell’esito del ricorso, è come se il Consiglio di Stato avesse ribadito ancora una volta che le sentenze si rispettano e la normativa non debba essere forzata”.

I pentastellati sperano ora in un cambio di atteggiamento sul tema da parte della maggioranza. “Dopo essere andato sotto in aula e dopo questa bocciatura da parte del Consiglio di Stato, sarebbe auspicabile che il centrodestra smettesse di sprecare tempo e risorse dei lombardi per pasticciare e fare danni in materia venatoria – prosegue Pollini – Si concentrasse invece sulle problematiche che riguardano tutti i cittadini, a cominciare dalle difficoltà del servizio sanitario regionale e dai disagi del trasporto pubblico locale”