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Cronaca

Caccia, l’ira dei Comprensori alpini: “No alla deregulation”. Ecco cosa succede se passa l’emendamento

I presidenti delle zone a maggior tutela scrivono a Fontana, agli assessori regionali e all’Aula del Pirellone: “Non approvatelo”. Timore per l’allentamento dei vincoli all’attività venatoria

Polemica sull'attività venatoria in Lombardia

Polemica sull'attività venatoria in Lombardia

I presidenti dei Comprensori Alpini chiedono ad Attilio Fontana e Federico Romani, nell’ordine presidente della Giunta e del Consiglio regionale, ma anche all’assessore Alessandro Beduschi e ai consiglieri al Pirellone, di “non votare” l’emendamento alla legge che tutela la fauna selvatica e disciplina la caccia presentato da Carlo Bravo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Motivo? Se l’emendamento dovesse essere approvato, “si potranno fare appostamenti fissi praticamente ovunque”, in aree sottoposte a maggior tutela, spiegano i presidenti dei Comprensori. Quelli bresciani, per l’esattezza. Una deregulation che andrebbe a danno delle specie nel mirino della caccia da appostamento: i Galliformi Alpini e gli ungulati. Ma anche, come detto, a danno delle zone che oggi godono di maggior protezione. E, infine, si indebolirebbe il ruolo degli stessi Comprensori Alpini. La lettera, piaccia o no, è una spia del malcontento provocato in una parte del mondo venatorio dalla gestione che ne sta facendo la maggioranza, che proprio martedì si è peraltro spaccata in Consiglio sulla sentenza con la quale il Tar ha vietato le doppiette in 475 valichi montani.

L'iniziativa di Carlo Bravo

Per Bravo è un bis: già l’anno scorso era finito nel mirino dei presidenti dei Comprensori bresciani. L’incipit della lettera è eloquente. “Ci risiamo, a circa un anno dalla precedente, il consigliere Bravo ha proposto l’ennesima modifica con l’intento di privare i Comprensori Alpini delle proprie prerogative di gestione e programmazione faunistico-venatoria nel territorio di competenza, al fine di consentire l’istituzione di nuovi appostamenti fissi nella zona di maggior tutela per accontentare pochissimi cacciatori a svantaggio di molti”.

Proposta di modifica della legge

Il comma che si vuol modificare recita come segue: “Nella zona Alpi di maggior tutela è consentita l’istituzione di nuovi appostamenti fissi previa verifica di compatibilità con i piani faunistici-venatori e fatto salvo l’espletamento della procedura di valutazione di incidenza all’interno dei siti Natura 2000 o all’esterno nel raggio di 100 metri in caso di incidenza significativa sui siti stessi previo – ecco il punto – parere motivato del Comprensorio alpino in ordine alla presenza certificata nei 3 anni precedenti di Galliformi alpini e ungulati”.

Bravo vuol riscrivere quest’ultimo passaggio come segue: “Previo parere motivato del Comprensorio in ordine alla presenza certificata, attraverso la registrazione dei punti di avvistamento sui tracciati predisposti dalla Regione, di Galliformi alpini e ungulati in ciascuno dei 3 anni precedenti entro un raggio di 200 metri dall’appostamento stesso”.

Reazioni alle modifiche proposte

“Un’assurdità da tutti i punti di vista con l’intento di rendere impotenti i Comprensori”, scrivono i presidenti. “Con questa modifica si potranno fare appostamenti fissi ovunque, sarà infatti impossibile certificare l’avvistamento di un selvatico in ciascuno dei 3 anni precedenti entro soli 200 metri da un determinato punto proprio per le tipologie di censimento e per il fatto che gli animali non sono immobili”. Senza contare che “si metterebbero a rischio i fragili equilibri di un territorio che per le sue caratteristiche è detto di maggior tutela”.

Contattati da Il Giorno, Bravo non ha risposto, Beduschi ha voluto sottolineare: “Il parere mio e della struttura sull’emendamento è negativo”. Ora parola al Consiglio.