FEDERICA PACELLA
Cronaca

Nuova legge sulla caccia, scontro fra doppiette e ambientalisti. Ma la riforma è ancora al palo

Per gli animalisti il testo sarebbe una vittoria della lobby venatoria, le associazioni di appassionati, da parte loro, ridimensiona le contestazioni: “Aumento delle specie cacciabili e richiami vivi? Allarmi esagerati”

Cacciatori: attesa per il varo della nuova legge

Cacciatori: attesa per il varo della nuova legge

Brescia, 3 giugno 2025 – Tra gli ambientalisti c’è già chi parla di “legge Far West”, mentre i vertici delle associazioni venatorie evidenziano l’urgenza di aggiornare una norma vecchia di 30 anni. Intanto la base dei cacciatori attende e, nel frattempo, prova a smentire quelle che definisce ”fake news”.

La riforma della legge 157 del 1992 sulla caccia non ha ancora visto la luce, ma ha già scatenato un’ondata di polemiche e contrapposizioni anche nella maggioranza di Governo. La riprova è il rallentamento dell’iter della legge, che doveva approdare in consiglio dei ministri il 19 maggio, poi il 26, ma ancora non si è arrivati al dunque (domani la Federazione italiana della caccia organizza l’incontro “Quanto è difficile fare le leggi in Italia“).

Secondo le associazioni animaliste, la riforma sarebbe una vittoria della lobby dei cacciatori: si parlerebbe dell’uso di richiami vivi da 7 a 47 specie. Il tutto in un momento in cui gli italiani sarebbero invece contrari: la Lega antivivisezionista ha rilanciato il dato dell’Eurispes secondo cui per il 68,3% degli italiani la caccia è "una pratica non più accettabile in una società moderna”.

I cacciatori, 19mila nel Bresciano, attendono una riforma che dovrebbe adeguare le regole a uno scenario diverso rispetto a trent’anni fa. E che, proprio in Lombardia, potrebbe sbloccare la vicenda valichi. "Specie cacciabili portate da 7 a 47? Basta prendere un tesserino ufficiale, come il mio – spiega Filippo Grumi, cacciatore bresciano, intervenuto in un dibattito promosso da “Caccia e dintorni“ – per vedere che sono già 47. Ma alcune non le ho mai viste in 37 anni di licenza”.

Sarebbero 47, invece, le specie di richiami vivi. "Chi crede veramente che qualcuno metterà un muflone sardo o un cinghiale in gabbia per attirare con il richiamo un altro muflone o un altro cinghiale? Chi lo ha pensato non ha mai messo piede in un bosco e non sa di cosa parla”.

L’invito è ad attendere che sia presentata la legge prima di avviare raccolte firme contro la riforma, ma anche prima di esaltarla, per capire quanto penderà a favore dell’agricoltura. "Non è detto che gli interessi siano coincidenti – rimarca Grumi –. Spero ci si ricordi che parliamo di una legge che deve tutelare fauna e caccia”.