
La planimetria del progetto resort a Torno
Torno, 23 luglio 2025 – "Osservazioni fortemente critiche al progetto": con questa premessa, sei associazioni ambientaliste di Como, hanno elencato le loro valutazioni e perplessità relativa alla presentazione del progetto del resort di lusso a Torno, in zona villa Pliniana, attualmente oggetto di Vas, Valutazione Ambientale Strategica. Un punto di vista che accomuna il Circolo Legambiente di Como, assieme a Wwf Lombardia, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Gruppo Naturalistico della Brianza, La natura W onlus, Associazione Iubilantes odv, La Nostra Valle Aps.
"Partiamo da una premessa – spiegano -: la società proponente, Como Partners srl, ha modificato nell’aprile 2025, per la prevista procedura di Vas, la precedente proposta progettuale, presentata nel dicembre 2023, riducendo i volumi in modo, a nostro parere, del tutto insufficiente. Il progetto oggi prevede di fatto un aumento planivolumetrico quadruplicato rispetto all'esistente, con la presenza di edifici fino a quattro piani fuori terra". Sulla base dell'analisi dei documenti resi pubblici, sono state rilevate "molteplici criticità".
L'elenco parte da un "elevato rischio sotto il profilo idrogeologico", i quanto l'edificazione è prevista su un versante ad alta pendenza. "La costruzione di nuovi edifici e di un parcheggio interrato – aggiungono - richiede sbancamenti e movimenti terra di entità tale da alterare in modo permanente e irreversibile gli equilibri morfologici e la stabilità del versante".
A questo si aggiunge un rischio di instabilità e interferenza con le acque legato alla presenza di una falda superficiale discontinua. "Inoltre l'impermeabilizzazione massiccia su un versante ripido comporta che a parità di pioggia, la quantità d'acqua che scorre superficialmente quasi raddoppierà. Gestire un simile aumento di deflusso su un versante con pendenze elevate rappresenta un rischio e una sfida enorme".
Il secondo punto riguarda la distruzione dell'ecosistema e l'artificializzazione del verde: "Il progetto prevede l'abbattimento di 77 alberi , tra cui esemplari di prima e seconda grandezza come castagni, noci, pruni e tigli e la trasformazione d'uso di una superficie boscata di oltre 2000 metri quadrati. La compensazione prevista con la messa a dimora di 107 nuovi esemplari è una mera illusione. Un giovane albero impiega decenni per replicare la funzione ecologica di un albero maturo".
Le associazioni parlano inoltre di "Consumo di suolo mascherato", in quanto nei documenti si afferma che non si prevede un incremento di consumo di suolo poiché l'area è classificata come "Tessuto Urbano Consolidato": "Ma questa – dicono le associazioni - è una grave forzatura, perché l'area, pur avendo degli edifici, è in gran parte un parco con suolo permeabile". Altre criticità riguardano gli scarichi fognari, l'impatto sul traffico, l'aumento dei consumi energetici, impatto acustico, alterazione della linea di costa. Infine: "Se la sostenibilità fosse una vera priorità, si sarebbe proposto un intervento di recupero conservativo dell'esistente, non la sua totale sostituzione con un'edificazione massiccia e invasiva".