PAOLA PIOPPI
Cronaca

Lago di Como, una cena ministeriale nella terrazza coi sigilli: sequestrato il Crotto dei Platani

Nel ristorante di Brienno serata di gala in occasione del G7 e anche un matrimonio nonostante i divieti. Nei guai Francesco Cavadini, ex sindaco oggi consigliere provinciale

Il Crotto dei Platani sul lago di Como. Nel tondo, Francesco Cividini

Il Crotto dei Platani sul lago di Como. Nel tondo, Francesco Cividini

Brienno (Como), 22 luglio 2025 – Una “assoluta spregiudicatezza dell’indagato”, unitamente alla “totale inadeguatezza” del provvedimento di sequestro parziale del ristorante, emessa dal Gip di Como a fine giugno.

Così il Tribunale del Riesame di Como, accogliendo il ricorso del procuratore capo Massimo Astori, ha disposto il sequestro di tutto lo storico ristorante Crotto dei Platani di Brienno, affacciato sulla Statale Regina, la cui omonima società fa capo a Francesco Cavadini, 50 anni, ex sindaco di Brienno e attualmente consigliere provinciale. Il procedimento giudiziario riguarda in particolare l’utilizzo non consentito di una sala affacciata sul lago che, già sotto sequestro per violazioni edilizie, a ottobre scorso era stata usata per ospitare il ricevimento delle autorità ospiti di The Great Challenge, l’evento organizzato a Cernobbio dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica.

Dopo aver forzato i sigilli, lo spazio era stato utilizzato per servire l’aperitivo e accogliere i 92 invitati indicati dal Dipartimento Ministeriale. A giugno la Procura aveva quindi chiesto il sequestro dell’intero locale, ottenendo tuttavia la sola conferma dell’area già raggiunta dal precedente provvedimento preventivo. Utilizzata anche, l’estate scorsa, per il matrimonio di due stranieri, anche in quel caso ignari del divieto, che avevano pubblicato le foto del ricevimento su Instagram.

Ora il Tribunale del Riesame – Valeria Costi, Daniela Failoni e Maria Lombardi Stocchetti - nell’accogliere integralmente la richiesta e le motivazioni della Procura, parla di quattro violazioni: non solo i due eventi, “di cui uno di particolare rilievo con il coinvolgimento del Ministero”, ma anche accessi per la realizzazione di “lavori di ristrutturazione non autorizzati”.

Inoltre, proseguono i giudici, “Cavadini ha persino giustificato l’utilizzo dell’area per l’evento del G7, affermando che l’utilizzo del suo ristorante gli sarebbe stato imposto dallo Stato per via della bellezza del luogo, dimostrando così di non avere nessuna considerazione dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria”. Affermazioni che secondo i giudici, “evidenziano l’assoluta spregiudicatezza dell’indagato e la convinzione della bontà del proprio operato”. Ora la difesa ha la possibilità di rivolgersi alla Cassazione.