
Gabriella Greison, 51 anni
Milano – “Quello che ha turbato non è il mio abito, ma il fatto che una donna possa parlare di materie scientifiche senza assomigliare a un uomo”. Così Gabriella Greison, 51 anni, fisica e narratrice di meccanica quantistica, risponde agli insulti sessisti recentemente ricevuti sui social. In diretta dall’aeroporto di Linate aveva condiviso con i suoi follower l’entusiasmo per la giornata che l’attendeva: la divulgatrice, infatti, si stava recando a Taormina per tenere un discorso rivolto ai laureandi dell’Università Statale di Messina. L’evento, però, è passato in secondo piano: il pubblico del web non le ha perdonato l’abito indossato durante il reel, ritenuto “eccessivamente scollato” per una donna che si occupa di scienza. Una tempesta d’odio che si è inasprita in seguito al suo discorso tenuto al teatro greco antico di Taormina; anche questa volta, le sue parole sono state ignorate e i riflettori si sono nuovamente posati sul suo abito giudicato dagli hater “volgare e indecente”. La risposta di Gabriella Greison non si è fatta attendere: “Non c’è un dress code per la dignità. E se cercate decenza in un centimetro di stoffa, invece che nel contenuto delle parole, vi consiglio un esperimento: provate a usare il cervello e a posizionarvi nell’anno in corso”.
Greison, dopo anni di studio e traguardi raggiunti, come la fa sentire essere giudicata per un abito e non per la sua professionalità?
"Ho scelto l’arma dell’ironia per rispondere ai commenti ricevuti sui social, ma quelle frasi mi hanno fatto riflettere. Vi è un vero e proprio scollamento tra il mondo offline e quello online. A Taormina ho vissuto momenti di pura felicità: la rettrice dell’Università di Messina, così come gli studenti, erano profondamente coinvolti dal mio discorso, le mie parole erano le vere protagoniste su quel palco, non il mio abito. Quando sono rientrata in albergo e ho acceso il telefono sono rimasta esterrefatta: sul web i miei studi e il mio percorso non contavano nulla, tutta l’attenzione era incentrata su quel vestito ritenuto scandaloso e inadeguato”.
Secondo lei, scandalizza più l’abito o una donna a proprio agio con il proprio corpo che parla di fisica?
"Diciamo che io appaio un po’ fuori dagli schemi: non rientro nell’immaginario comune dell’esperto o dell’esperta di fisica. C’è un aspetto che mi preoccupa: sembra quasi che una donna diventi più autorevole solo quando si trascura o sceglie di non curare il proprio aspetto, come se indossare il rossetto affievolisca le sue conoscenze e competenze. Non vedo per quale ragione il fatto che io ami il mio corpo e desideri prendermi cura di me stessa mi renda meno stimabile quando ho fior fior di pubblicazioni pronte a testimoniare le mie capacità”.

In uno dei commenti postati sui social viene definita “il volto seducente della fisica”: perché, secondo alcuni, chi parla di scienza non può curare troppo il proprio aspetto?
"Perché la fisica storicamente appartiene agli uomini. Un tempo erano gli uomini a padroneggiare questa materia, mentre le donne erano relegate tra le mura domestiche. E oggi, a distanza di tempo, stiamo vivendo un vero e proprio choc culturale, una fase di rottura: nel 2025 una bella donna può parlare di fisica quantistica di fronte a una platea e lo può fare scegliendo liberamente come essere e apparire, senza chiedere il permesso a nessuno”.

Quale consiglio si sente di dare a tutte le donne che, nonostante le loro capacità, si trovano a essere ancora giudicate unicamente per il proprio aspetto?
"Il mio consiglio è di continuare a vivere la propria vita ignorando questi commenti, cercando di essere sempre chi vogliamo essere. Ad esempio, il mio vestito rosso e quello verde al momento sono in lavanderia, ma ho un intero armadio pronto a scandalizzare i social”.
Ha già scelto quale abito indosserà la prossima volta per turbare gli hater?
"Decido in anticipo i vestiti che indosserò durante i miei monologhi e di certo non li cambierò per qualche critica, ma lascerò che a parlare siano i miei discorsi: sono molto più scollati di me”.