PAOLA PIOPPI
Cronaca

Tiziana e Morgan, l’ultimo tragico appuntamento e il Suv inabissato nel lago. Lei scriveva: “Sono felice, credo in un nuovo inizio”

Como, Tozzo e Algeri morti annegati nell’incidente del 6 gennaio 2024 in viale Geno: la Mercedes trasformata in trappola, il giallo del guasto e l’analisi della scatola nera. Maria Grazia, la sorella di Tiziana: “Mi ha videochiamata prima di uscire con lui, era serena”. Il fratello Massimo: “Vogliamo la verità”

Morgan Algeri e Tiziana Tozzo

Morgan Algeri e Tiziana Tozzo

Cantù, 8 febbraio 2025 – Tiziana Tozzo ha smesso di vivere con la felicità nel cuore. Quella che ti regalano “i nuovi inizi” in cui sperare, come aveva scritto quel giorno sul suo stato di whatsapp. Con la certezza e la voglia di stare bene accanto a una persona a cui si stava avvicinando poco alla volta. Con cautela ma anche con gioia. La sera del 6 gennaio 2024, quando la Mercedes guidata da Morgan Algeri si è inabissata nel lago in viale Geno, a Como, stroncando le loro vite, Tiziana si era preparata con grande cura. Aveva fatto una videochiamata alla sorella Maria Grazia per mostrarle come si era vestita, per uscire con un uomo che frequentava ormai da mesi, e con il quale c’era sempre più intesa.

Il ricordo della sorella

“Abbiamo parlato tanto in quei giorni”, ricorda la sorella, ancora con la voce spezzata da una tragedia il cui dolore non si attenua. “Era contenta. La frequentazione con Morgan le aveva cambiato lo sguardo, era felice, anche se andava con i piedi di piombo perché il suo pensiero era sempre per il figlio e voleva tutelarlo. Ma vederla finalmente così serena aveva lasciato contenta anche me. Tiziana era una persona solare, disponibile con tutti, aveva sempre voglia di parlare. Una grande lavoratrice che sapeva cosa significa guadagnarsi da vivere e doversi arrangiare”. Tiziana Tozzo aveva 45 anni, era separata e viveva con suo figlio adolescente, con sempre accanto la sorella Maria Grazia e il fratello Massimo, che come lei si sono trasferiti tanti anni fa a Cantù dalla Calabria. Sono loro che, a oltre un anno di distanza da quell’incidente ancora incomprensibile, sperano ogni giorno di avere una notizia in più, seguiti dagli avvocati Maura Benzoni e Maria Guerrisi.

Il recupero dell'auto su cui si trovavano Tiziana e Morgan, morti dopo essersi inabissati nel lago di Como
La Mercedes recuperata nel lago

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In cerca di risposte

“Vorrei sapere cosa è successo – dice Massimo Tozzo – Mia sorella non tornerà, ma vorrei avere una risposta, capire. Credo che sia normale voler dare una logica a una cosa simile, capire cosa ti ha portato via una sorella”. Quella sera poco prima delle 23 la Mercedes parcheggiata in viale Geno, a pochi metri dalla balaustra del lungolago, al momento della ripartenza si era avviata in avanti, aveva urtato una panchina in cemento, sfondato la ringhiera ed era finita nel lago gelido.

Morgan Algeri, istruttore di volo di 38 anni, con un ottimo addestramento, aveva fatto tutte le manovre corrette per salvare anche Tiziana. I vigili del fuoco li avevano trovati a 15 metri di profondità appena fuori dall’abitacolo dell’auto, abbracciati in una posizione che aveva rivelato il tentativo di lui di portarla al sicuro. Ma invano.  Le indagini della Procura di Como da oltre un anno si stanno basando su una quantità di accertamenti tecnici sul veicolo e sulla centralina, ma ancora non ci sono risposte che possano rivelare cosa sia successo in quella manciata di secondi.

Compleanno maledetto

“Quella mattina, il 7 gennaio, era il mio compleanno – ricorda Maria Grazia – e mi chiedevo come mai Tiziana non mi avesse ancora fatto gli auguri, ma la aspettavo a casa per le 10, non mi sono preoccupata. Poi sono arrivati i carabinieri a dirci cosa era successo, ho chiamato Massimo e l’ho fatto venire a casa mia. Stavo male, non riuscivo a riprendermi”.

Le stesse emozioni che poco dopo ha dovuto affrontare Massimo: “Ho visto che c’erano i carabinieri, ma non avrei mai immaginato che fosse per Tiziana. Poi ho visto mia sorella disperata e ho saputo. Dovevo chiamare casa, in Calabria, mio padre e i miei fratelli, ma non trovavo le parole per dire che nostra sorella con c’era più”.

A casa di Tiziana, sono rimasti ancora alcuni oggetti del padre, che era venuto a trovarla qualche settimana prima: “Lasciali qui, per la prossima volta”, gli aveva detto lei.