PAOLA PIOPPI
Cronaca

Tavernerio, indagini chiuse per 14 operatori sociosanitari di Villa Santa Maria accusati di maltrattamenti ai bambini disabili

La Procura di Como parla di “regime di paura", con “minacce, mortificazioni, percosse”, instaurato dagli operatori sanitari nei confronti di persone indifese, anche minori, affette da patologie psichiche e fisiche

L'ingresso di Villa Santa Maria a Tavernerio

L'ingresso di Villa Santa Maria a Tavernerio

Tavernerio (Como), 24 luglio 2025 – Maltrattamenti nei confronti di degenti, anche giovanissimi o bambini, ospiti del Centro Multiservizi di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'adolescenza Villa Santa Maria di Tavernerio, in provincia di Como: è quanto ipotizza il Procuratore Capo Massimo Astori, nei confronti di 14 operatori sanitari, attualmente non più in servizio nella struttura, che nelle ore scorse hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini.

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Maltrattamenti abituali

Sono accusati di aver "abitualmente" maltrattato tra il 2018 e 2021, una quindicina di ospiti che seguivano, e che gli erano quindi stati affidati, "per ragioni di cura e vigilanza e affetti da patologie psichiche e fisiche altamente invalidanti quali autismo, ritardo mentale grave, quadriplegia congenita, epilessia, sordità, encefalopatia e altre". Condizione che li rende "incapaci di svolgere le ordinarie e quotidiane funzioni vitali quali cura dell'igiene personale, alimentazione, cura della persona, socialità" oltre che "incapaci di percepire correttamente la realtà e di comunicare con l'esterno".

Il Procuratore Capo Massimo Astori
Il Procuratore capo di Como Massimo Astori

Clima di violenza e paura

Gli indagati avrebbero inoltre instaurato "un quotidiano regime di disciplina improntato a violenza e paura per sottomettere gli ospiti, risolvere sbrigativamente situazioni di criticità con i più problematici, contenere brutalmente le loro manifestazioni patologiche attraverso percosse, vessazioni, limitazioni della libertà di movimento, ingiurie, minacce, mortificazioni e privazioni".

Si tratta di una prima fase delle ipotesi di reato, che arriva a conclusione degli accertamenti di indagine: ogni indagato potrà ora chiedere l'interrogatorio per dare spiegazioni delle condotte che gli vengono imputate. Successivamente, la Procura valuterà la richiesta di rinvio a giudizio.