ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Botte e getti d’acqua ai disabili. Sei condanne fino a 4 anni

Riconosciuti colpevoli i titolari e alcuni dipendenti della cooperativa Sogno verde di Cesate

Botte e getti d’acqua ai disabili. Sei condanne fino a 4 anni

Percosse e getti di acqua fredda. Umiliazioni e frasi offensive nei confronti di nove disabili psichici, tutti adulti di età compresa tra i 35 e 57 anni. La gup di Milano Alessandra Di Fazio ha condannato fino a 4 anni di reclusione sei persone, imputate per maltrattamenti ed esercizio abusivo di una professione nei confronti degli ospiti di una comunità per disabili di Cesate, gestita dalla cooperativa sociale “Sogno verde“. Si è concluso così, con rito abbreviato, il processo a carico dei due gestori della comunità, degli operatori e custodi della comunità, accusati di maltrattamenti, umiliazioni e violenze ai danni di nove ospiti disabili psichici.

L’indagine era iniziata a febbraio 2021 grazie alla segnalazione fatta da una dipendente della comunità, da poco assunta, ai carabinieri di Castellanza (Varese). In poche settimane nel fascicolo d’indagine della pm Rosaria Stagnaro, i carabinieri di Busto Arsizio con intercettazioni telefoniche e video ambientali avevano accertato vessazioni, violenze e punizioni corporali iniziate nel 2017. I disabili psichiatrici subivano angherie di ogni genere: oggetti scagliati addosso e insulti costanti.

Sempre secondo le accuse, se gli ospiti non eseguivano in maniera corretta gli ordini impartiti, venivano puniti con pratiche ritenute “educative“: se non mangiavano in postura composta venivano obbligati a rimanere seduti con la schiena in posizione eretta, utilizzando un bastone inserito nella cintura e legato alla testa tramite une fascia; se al mattino non si alzavano dal letto in fretta, veniva gettata loro addosso acqua fredda per svegliarli e venivano lasciati con gli indumenti bagnati per ore, oppure erano costretti a saltare il pasto. C’era anche l’abitudine di costringere gli ospiti a togliersi le mutande in cucina o nel salone, davanti agli altri ospiti, "Bruno fai vedere le tue mutande, di là, agli operatori e ai ragazzi".

Il 13 aprile del 2021 i due gestori, Nadia De Fanti e Francesco Castoldi, che all’epoca avevano 68 e 25 anni, furono arrestati e messi ai domiciliari. Misure cautelari per cinque operatori che lavoravano all’interno della struttura. Tra gli imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato anche uno dei due titolari della struttura, l’altra nel frattempo è deceduta, il figlio, un custode e alcuni operatori socio-assistenziali. Ieri è arrivata la sentenza che ha condannato tutti gli imputati, riconoscendo l’impianto accusatorio.