Pa.Pi.
Cronaca

Sentenza Cassazione e indagine Cavalli di Razza: “La ’ndrangheta radicata a Como e Varese”

“La società Spumador del settore trasporti agiva in monopolio con le concorrenti minacciate e vessate”

Pasquale Addesso è pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano

Pasquale Addesso è pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano

Cadorago (Como), 8 settermbre 2025 –  “Un progetto diretto a instaurare e mantenere, per un periodo di tempo prolungato, quantomeno dal 2016 al 2021, attraverso la forza di intimidazione del vincolo associativo, un vero e proprio regime monopolistico nell’assegnazione delle commesse della società Spumador nel settore dei trasporti e delle spedizioni. A discapito delle imprese concorrenti, destinatarie di minacce e vessazioni: così da far conseguire alla cosca non solo ingenti profitti, ma il consolidamento del prestigio della medesima nel territorio”.

Sono le parole con cui i giudici della Corte di Cassazione hanno sostanzialmente rigettato i ricorsi presentati da una serie di imputati dell’indagine Cavalli di Razza della Dda di Milano. Nel 2021 era sfociata in un centinaio di arresti per reati connessi alle infiltrazioni della criminalità organizzata in alcuni contesti economici tra Como e Varese, le cui decisioni facevano capo alle famiglie Salerni e Ficarra. Tra cui la società Spumador di Cadorago, cui veniva imposta la scelta dei referenti per la logistica e i trasporti. “I profitti realizzati con il monopolio imposto nella distribuzione delle commesse Spumador – proseguono – non andava a vantaggio solo delle famiglie direttamente coinvolte ma dell’intera organizzazione”, definendolo “un affare su cui devono mangiare tutti”, come riferito anche dal pentito.

Non a caso gli imprenditori condannati, titolari delle aziende di logistica che beneficiavano degli incarichi, “hanno operato non come collusi, ma come partecipi dell’associazione mafiosa”. La sentenza prosegue parlando della “pluralità convergente di prove sull’esistenza e operatività dell’articolazione di ‘ndrangheta nell’ambito della quale operavano i fratelli Salerni, sfruttandone la forza di intimidazione per commettere i reati e soprattutto per monopolizzare le commesse Spumador... costituendo un vero e proprio cartello creato e mantenuto in vita per alimentare le casse del clan e incrementare la fama criminale, in modo da perpetrare il capillare controllo del territorio, specie in campo economico e commerciale”.

Infine la sentenza sottolinea il “radicamento della ‘ndrangheta nelle province di Como e Varese già da epoca risalente”, e “la capacità di condizionare pesantemente, anche senza rincorrere a esplicite minacce ma solo spendendo il nome sinistro del gruppo, i soggetti economici da assoggettare, creando un clima diffuso di omertà”.