MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Disabili maltrattati a Milano: schiaffi, spintoni e urla. Naso tappato per bere: "Siete da manicomio"

Otto persone del centro diurno non potranno più esercitare il loro lavoro. Le indagini dei carabinieri partite dalla denuncia di un’ex dipendente

Otto persone del centro diurno non potranno più esercitare il loro lavoro. Le indagini dei carabinieri partite dalla denuncia di un’ex dipendente.

Otto persone del centro diurno non potranno più esercitare il loro lavoro. Le indagini dei carabinieri partite dalla denuncia di un’ex dipendente.

Milano – "Ma male cosa? Chiamo la mamma?". Parole pronunciate con tono sprezzante mentre torceva la mano al malcapitato di turno, un trentenne con disabilità. Poi le frasi-ritornello: "Guarda me! Sei pazzo?", "Al manicomio bisogna mandarvi". Ancora: "Statti buono perché se no ti appendo come un gorilla". "Ma tu sei diventata proprio down?". Commenti che alimentavano un clima di paura, tra schiaffi, strattonamenti, forza fisica usata per immobilizzare o costringere a raccogliere oggetti caduti a terra. Una pratica comune era tappare il naso di chi non voleva bere, per obbligarlo a farlo, o spruzzare addosso acqua e alcol a chi urlava. E poi il “time out educativo“ che si traduce con isolamento punitivo.

Questo è il quadro agghiacciante che emerge dalle indagini dei carabinieri della Stazione Milano Vigentino della Compagnia Porta Monforte, coordinati dalla Procura, i quali dopo la denuncia – a giugno del 2024 – di un’ex dipendente di un centro diurno disabili della periferia sud gestito da una cooperativa hanno dato il via agli accertamenti nella struttura, con intercettazioni ambientali e non solo, sfociati lo scorso 7 aprile in un’ordinanza applicativa di misura cautelare per otto persone, tra responsabili, educatori e operatori socio sanitari, cinque donne e tre uomini di età compresa tra i 30 e i 63 anni, che non potranno più esercitare la professione.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale Angela Laura Minerva, su richiesta della Procura della Repubblica, ha infatti disposto per tutti e otto il divieto di esercizio dell’attività di educatore professionale, o comunque di lavorare, anche con qualifiche di coordinatori, responsabili, direttori, manager o altro, in enti che si occupino di assistenza a persone disabili. "Emerge un quadro gravemente indiziario, alla luce delle ripetute violenze fisiche e verbali nei confronti degli utenti, mai rispondenti a reali esigenze educative o di controllo", sottolinea il gip. Ancora: "La violenza fisica emerge come modalità per relazionarsi con gli utenti senza ricorrere al dialogo, alle spiegazioni, alla cura della persona e della dignità dell’utente".

Nella ricostruzione frutto delle attività investigative andate avanti fino allo scorso autunno, tra urla, minacce e insulti emerge anche che certe educatrici sfruttavano gli ospiti del centro anche per scopi personali, per esempio per farsi fare dei massaggi dopo pranzo, a spalle e gambe, e non facendo loro svolgere le attività formative previste. Undici, gli utenti che avrebbero subìto maltrattamenti, tra i 20 e i 64 anni, maschi e femmine. Tra gli episodi, ce ne sono alcuni di ottobre scorso: durante un’attività, un operatore si avvicina a uno degli utenti dandogli uno schiaffo sulla nuca, per poi strattonarlo e urlargli “Zitto, devi stare zitto“. Un’altra volta, mentre lo stesso ragazzo era a terra per raccogliere oggetti, gli calpestava la mano destra più volte. Frequenti anche le volte in cui, per costringere gli ospiti a stare seduti a tavola durante il pranzo o a non muoversi, veniva spinto con forza il tavolo contro di loro. A una ragazza accovacciata a terra, è stato detto "Guarda che i matti stanno in manicomio". Il quadro indiziario è stato ritenuto grave e attuale dal gip, da qui le misure cautelari. L’incubo per le persone maltrattate è finito. Anche se restano i segni di quello che hanno vissuto.