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Papa Leone XIV, gli abiti lavorati da un’azienda del Comasco: “Seta di altissima qualità, poi realizziamo la marezzatura”

Al lavoro la Orefice & C di Casnate con Bernate. Nata nel 1925 come piccolo laboratorio specializzato nella lavorazione del moiré, oggi è alla quarta generazione e ha da poco festeggiato i 100 anni di attività

Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Leone XIV per il suo pontificato

Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Leone XIV per il suo pontificato

Como, 11 maggio 2025 –  Il nuovo papa, Leone XIV, reciterà per la prima volta oggi il Regina Coeli dalla penultima finestra del terzo piano del Palazzo Apostolico, in piazza San Pietro, a Roma. E su di lui, c'è un po' di Lombardia, perché le finiture dell'abito papale sono made in Como: a realizzarle è stata la Orefice & C, un'azienda di Casnate con Bernate, specializzata nella marezzatura dei tessuti inviati al Vaticano.

“Noi ci occupiamo del finissaggio, che è l'ultimo passaggio nella lavorazione del tessuto, un'operazione di nobilitazione fondamentale per conferire al tessuto l'aspetto e le caratteristiche desiderate”, ha raccontato all’Adnkronos Luisa Orefice, che insieme alla sorella Alba e ai loro figli dirigono l'azienda famigliare.  Per la Santa Sede '”realizziamo la marezzatura del moiré, che è quella particolare venatura che ricorda le increspature dell'acqua o le venature del legno'” ha spiegato.

La Orefice & C lavora i tessuti che compongono l'abito papale, ma anche quelli di cardinali, con il loro rosso porpora, o il fucsia dei vescovi e preti. Il tessuto viene ordinato dalle sartorie ecclesiastiche di Roma, preparato dal tessitore e poi '”inviato a noi per la marezzatura'”. Dopo il trattamento viene consegnato di nuovo al tessitore e, infine, al Vaticano. Non tutti i tessuti possono essere sottoposti a questo trattamento.

La marezzatura “è una lavorazione che crea delle venature sul tessuto, simili a quelle del tronco di un albero”. Vengono utilizzati dei pettini che deformano leggermente la trama del tessuto per ottenere un effetto di lucentezza e movimento. “È un processo complesso che prevede circa 13 passaggi - ha sottolineato Luisa Orefice - durante i quali il tessuto viene sovrapposto e lavorato con pettini per creare il disegno richiesto”. La fase finale è la calandratura dove il tessuto viene schiacciato da una calandra per fissare le onde e mantenere stabile il motivo. “È importante sapere che il moiré si può lavare solo a secco, altrimenti perde brillantezza e sinuosità”, ha rimarcato.

Per poter essere lavorato il tessuto deve avere un'armatura faille ed essere composto principalmente da seta, che “è la fibra migliore per questo tipo di lavorazione”. L'armatura è l'intreccio tra trama e ordito, ma  “non tutte le armature sono adatte alla marezzatura. Per i tessuti destinati al Papa, usiamo seta di altissima qualità”. A volte viene utilizzato anche il cotone.

La Orefice & C ha una storia che spanna un secolo. Nata nel 1925 come piccolo laboratorio specializzato nella lavorazione del moiré, oggi è alla quarta generazione e ha da poco festeggiato i 100 anni di attività. “Siamo un'azienda a conduzione familiare con 39 dipendenti, e nel tempo abbiamo ampliato le nostre lavorazioni mantenendo sempre alta la qualità e la tradizione artigianale”, ha affermato Luisa Orefice. Alla Orefice & C terza e quarta generazione lavoravo fianco a fianco, ma l'importante resta il rispetto delle gerarchie: '”Per vivere a lungo fondamentale è andare d'accordo”. “Le persone - ha concluso la signora Orefice - imparano fino a quando vivono, le aziende vivono fino a quando imparano. Per questo dico mai smettere di imparare”.