MILLA PRANDELLI
Brescia

Il dilemma di Sirmione, la perla del Garda magnificata da Catullo e soffocata dai turisti: “Ticket e numero chiuso come a Venezia”

Sotto assedio il borgo storico sul lago, ressa e video social di denuncia. Il Comune pensa alla tassa d’ingresso. Gli albergatori: “Sì alla prenotazione obbligatoria, c’è un problema di sicurezza”. Gli operatori di Visit Lake Garda: “Bene misure di controllo degli accessi”

La folla dei turisti a Sirmione nel ponte del primo maggio

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Sirmione (Brescia) – Adorata da Ezra Pound e Gabriele D’Annunzio, da Maria Callas, che qui prese casa, e da Giosuè Carducci, ma anche da troppe migliaia di turisti che ci si riversano ogni fine settimana. Sirmione, la perla del lago di Garda, sta seriamente pensando di diventare la seconda città italiana, dopo Venezia, con accesso contingentato e a pagamento. Poeti o grandi cantanti, quindi, potrebbero rischiare oggi di essere respinti senza una prenotazione e, comunque, di dover pagare per entrare. Farebbe forse eccezione l’autore latino Catullo, che era nato e possedeva una villa nella “Paene insularum, Sirmio, insularumque ocelle“, la pupilla delle isole e delle penisole.

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Colpa di quello che oggi si chiama, assai più prosaicamente, overtourism, quel fenomeno compulsivo che si trasforma, ogni domenica, nell’assalto irrazionale a piccole realtà da visitare. Ore di coda su statali strette e tortuose, lunghi minuti di guerra all’ultimo parcheggio, per infilarsi nella calca che appena consente di vedere l’azzurro del lago.

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Nella Serenissima, il provvedimento è valido solo in alcuni periodi limitati e richiede un obolo di 5 euro. Altre località, come le Cinque Terre o Capri, applicano biglietti per specifiche aree, ma non un contributo generale d’ingresso alla città. Un esempio insolito è poi costituito da Monte Isola, sul lago d’Iseo, nel Bresciano come Sirmione, dove chi non risiede paga la tassa di sbarco di un euro e mezzo, che va a sommarsi al consto dei battelli.

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A Sirmione, dopo l’esperienza difficile dell’ultimo ponte del Primo Maggio, ci stanno seriamente pensando. Venerdì 2 la località termale è andata on tilt: l’unica strada che conduce al borgo storico, il centro, il ponte di ingresso e l’area fra le mura erano semplicemente inaccessibili. Piene di persone o di auto, con serie preoccupazioni per la sicurezza e l’incolumità pubblica. A chiedere il numero chiuso, cui anche il Comune ora sta pensando, sono gli albergatori.

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Marco Merlo, presidente del consorzio che li rappresenta, lancia l’allarme: “Chiediamo che le persone che arrivano non superino un determinato numero, che sarà da stabilire da parte degli esperti. Prenotando e facendo pagare un contributo per la pulizia e la sicurezza, si farebbe la cosa giusta. Come a Venezia – dice l’albergatore – la situazione è stata difficile in questi giorni, ma lo è stata anche a Pasqua. Ho chiesto un incontro al Comune: c’è un problema di sicurezza per tutti, come per chi alloggia nei nostri alberghi o va nei ristoranti. Ma è un problema anche per i lavoratori, che trovano tutti i parcheggi occupati già alle nove del mattino”. Il Comune intanto, sta studiando le possibili soluzioni e ha allestito due presidi sanitari in centro, per aggirare anche il problema di far arrivare le ambulanze su strade intasate.

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“Sirmione è una perla, vogliamo continuare ad accogliere, ma con equilibrio e rispetto per chi ci vive – dice l’assessore alla Sicurezza Massimo Padovan – Servono strumenti più moderni”. E fra questi, appunto, “l’introduzione di un sistema di prenotazione obbligatoria per il centro, con contingenti giornalieri” e la “sperimentazione di una tassa d’accesso per turisti giornalieri, sul modello delle grandi città d’arte”. A breve si terrà un incontro con gli stakeholder, tra cui ristoratori e albergatori, commercianti e residenti. Il Comune prende quindi posizione, dopo aver cercato fino all’ultimo di non aprire la porta all’idea di contingentare un flusso che è anche ricchezza.

Invasione di turisti a Sirmione nel ponte del primo maggio
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Un problema che preoccupa anche Gianluca Ginempo, direttore di Visit Lake Garda, che promuove l’intero lago. “Questo non è overtourism, i turisti dormono nelle località che raggiungono. Ma a parte le distinzioni la questione va affrontata, sia per la reputazione della destinazione, sia per chi abita qui. È un argomento che il Comune deve affrontare. Gli operatori turistici sono favorevoli a misure di controllo del numero di accessi, di modo che non si superino soglie che possano diventare causa di problemi di sicurezza”.

Una ressa inimmaginabile per le strade del borgo di Sirmione
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