FEDERICA PACELLA
Cronaca

La battaglia di Sirmione contro gli affitti brevi: 8.300 residenti e 1,2 milioni di turisti l’anno. Senza leggi è un assedio

Secondo il Consiglio di Stato i Comuni non possono vietare o limitare gli affitti turistici dei privati. Tutto è partito dal Garda. La sindaca Lavelli: il nostro regolamento comunque resta. Appello da Desenzano: il mercato è avvelenato, non ci sono più case

Le Grotte di Catullo a Sirmione sul Lago di Garda

Le Grotte di Catullo a Sirmione sul Lago di Garda

Brescia – Le sentenze si rispettano, ma il problema dell’esplosione degli affitti brevi (con relativo impatto sulle città turistiche) resta. Lo sa bene la sindaca di Sirmione, Laura Lavelli, il Comune al centro del ricorso che ha portato all’ultima sentenza del Consiglio di Stato: i giudici hanno stabilito che i Comuni non possono limitare l’attività di locazione turistica dei privati. Il municipio di Sirmione era stato tra i primi in Italia a muoversi in autonomia per “sopperire” alla mancanza di norme statali e porre un freno all’exploit del fenomeno Airbnb che rischia di svuotare i centri storici dai residenti.

LAVELLI
La sindaca Laura Lavelli

Le parole di Lavelli

“Il nostro regolamento – spiega la sindaca Luisa Lavelli – in realtà resta operativo, non è stato annullato. Il Consiglio di Stato ha specificato alcune indicazioni sulle locazioni turistiche esercitate in forma non imprenditoriale, ma resta in capo ai Comuni l’onere di controllare le caratteristiche degli immobili perché siano adeguati ad accogliere le persone, perché gli impianti siano corretti e gli spazi sufficienti. Per chi, invece, fa locazioni in termini imprenditoriali, è fatto salvo ciò che avevamo previsto con il nostro regolamento: ovvero che non ci siano barriere architettoniche, che siano previsti parcheggi adeguati alla struttura e non venga fatta concorrenza sleale verso altri operatori. Siamo stati pionieri con questo regolamento, che resta attivo”.

FE_799751-90989706
Turisti a Sirmione

Il punto

Il tema di fondo è quello della regolamentazione di un fenomeno che, oggi, si scarica tutto sulle spalle dei sindaci. “A Sirmione abbiamo oltre 1,2 milioni di presenze all’anno, a fronte di 8.300 residenti. Serve equilibrio – sottolinea Lavelli – per far sì che territori attrattivi come il nostro non subiscano una desertificazione. Dobbiamo consentire a chi vuole abitare qui di trovare una casa da comprare o affittare”. Il Comune fa la sua parte mettendo a disposizione strumenti di supporto economico. “Io posso dare un sostegno per l’affitto – conclude Lavelli – ma il problema è che non ci sono case né per residenti né per lavoratori. Per questo serve una legge nazionale, al di là di ciò che possiamo fare noi sindaci”.

Qui Desenzano

Dello stesso avviso, a pochi chilometri da Sirmione, il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno. Come molti comuni del lago di Garda anche Desenzano si trova a dover gestire l’overtourism con armi spuntate. “Inutile nascondere che il regime degli appartamenti per le vacanze ha creato una serie di problemi – sottolinea il primo cittadino –. Qualcuno si renda conto che serve qualche aggiustamento. Non si lasci la materia in mano ai giudici, perché quando le attività legittime creano problemi alla vita quotidiana delle persone in città, allora c’è un problema collettivo. Il mercato è avvelenato. Non ci sono più case, ma ciò non significa che bisogna costruirne altre: basterebbe regolamentare il fenomeno degli affitti brevi, ad esempio limitandoli nel tempo. Se non sono attività assimilabili agli alberghi, allora dovranno pur aver qualcosa di diverso dagli alberghi”.