
Erika Ferini Strambi, 53 anni, trovata cadavere tra i campi di Pantigliate e i rilievi dei carabinieri
Pantigliate (Milano), 16 luglio 2025 – Sarà l’autopsia a chiarire i contorni della morte di Erika Ferini Strambi, la 53enne milanese che risultava scomparsa dallo scorso 7 luglio e il cui cadavere è stato rinvenuto alle 14.30 di oggi nelle campagne di Pantigliate, poco lontano da un ex canile.
Le ricerche della donna, coordinate dalla Prefettura di Milano col coinvolgimento di carabinieri, vigili del fuoco e nuclei di polizia locale, hanno preso le mosse dalla zona al confine tra Peschiera Borromeo e Pantigliate: proprio una cella telefonica di Pantigliate, infatti, era stata l’ultima che il cellulare della 53enne aveva agganciato. Mentre agenti e militari battevano palmo a palmo il territorio, è arrivata la segnalazione di un agricoltore, che ha avvistato in un fosso un’auto, una Mini Cooper nera del 2011. Quella della donna. A circa 200 metri è stato poi rinvenuto il cadavere.
Accanto al corpo c’erano le stampelle che la 53enne usava per muoversi. L’auto aveva gli sportelli chiusi e la chiave inserita nel quadro elettrico. Secondo i primi accertamenti, sul corpo non ci sarebbero evidenti segni di violenza, ma saranno necessari degli approfondimenti per stabilire con esattezza le cause e la modalità del decesso.

Alta circa un metro e quaranta, occhi castani e capelli biondi, Erika era impiegata nelle risorse umane di un’azienda milanese. Il 3 luglio è stato l’ultimo giorno nel quale si è presentata al lavoro. Il 7 luglio il padre, che non riusciva a mettersi in contatto con la figlia, ne ha denunciato la scomparsa ai carabinieri di Milano Monforte. Pare che il sabato precedente la donna avesse trascorso la serata con alcuni amici, a Segrate. Poi di lei si erano perse le tracce.
A far scattare l’allarme erano stati anche i colleghi dopo che, nella giornata di lunedì 7 luglio, la donna non si era presentata al lavoro, né aveva telefonato per motivare la sua assenza. Del suo caso si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?“, che aveva ospitato l’accorato appello di un’amica: “Erika, facci sapere che stai bene”. Foto e segnalazioni erano state diffuse sui social, nella speranza – vana, purtroppo - che la vicenda potesse concludersi positivamente.
Saranno ora gli inquirenti a dover stabilire cosa sia successo nei dieci giorni di “buco“ tra la denuncia di scomparsa e il ritrovamento del corpo. Cosa ci faceva Erika in quella zona, fuori dal centro abitato, in mezzo ai campi di mais? Si era forse persa e, cercando aiuto, è stata vittima di una caduta fatale, o di un malore? Oppure qualcuno l’ha portata in quel luogo dopo averle fatto del male? Interrogativi che aspettano una risposta.